CHE COS’È

 

La diagnosi 

 

Il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM-5; APA, 2013) definisce il Disturbo da Sintomi Somatici come una condizione caratterizzata da differenti e persistenti disturbi fisici che procurano disagio a chi ne soffre. Tale sintomatologia fisica è accompagnata da pensieri, sentimenti e comportamenti anomali in risposta a questi disturbi. Per fare diagnosi di tale disturbo devono essere presenti i seguenti criteri:

 

  • Uno o più sintomi somatici che causano disagio e cambiamenti significativi dello stile e della qualità di vita di chi ne soffre;
  • Molte preoccupazioni legate alla salute come ad esempio: pensieri ricorrenti e percezione sproporzionata della gravità dei sintomi, costante ansia per la propria salute, molte energie e tempo impegnati a pensare a questi sintomi;
  • La sintomatologia è persistente e condiziona la qualità della vita con una durata maggiore ai sei mesi;

 

A fini diagnostici, è inoltre necessario verificare se è preponderante il dolore fisico e se la condizione perdura da più di sei mesi. Il disturbo da sintomi somatici è presente nel 5-7% della popolazione generale e le femmine riferiscono una maggiore sintomatologia somatica rispetto ai maschi (APA, 2013). Sintomi fisici differenti insorgono di solito prima dei trent’anni, anche se in alcuni casi è presente un solo sintomo grave, di solito il dolore. Possono esistere fasi di assenza della sintomatologia ma in genere tali fasi non perdurano a lungo, anche se può variare l’intensità e gravità del dolore dei sintomi fisici stessi.

 

 

Come si presenta

 

Chi soffre di questa condizione può ritrovarsi a pensare spesso ai suoi sintomi, focalizzando la sua attenzione su di essi e sulla paura di avere una malattia organica, date le sensazioni fisiche spiacevoli provate, o che qualsiasi attività fisica possa aggravare la situazione. Tipicamente accade di mettere in campo ripetuti controlli quotidiani del corpo, richieste di aiuto medico ed accertamenti diagnostici per tranquillizzarsi. Difficilmente però si riesce a trovare rassicurazione perchè gli esiti negativi delle visite e le rassicurazioni mediche potrebbero essere interpretate come una sottostima e svalutazione della propria sintomatologia, che dal paziente viene percepita come grave. E’ spesso frequente che le persone affette da questo disturbo cerchino aiuto e assistenza sia nelle figure familiari che mediche di riferimento, che abbiano sostenuto tante visite e cambiato diversi professionisti della salute. I ripetuti accertamenti medici negativi, che escludono la presenza di patologie gravi, nella maggior parte dei casi non danno sollievo al paziente, che continua a percepire il fastidio e dolore dei disturbi fisici che lamenta, e continua a chiedersi quale ne sia la causa. Per tale ragione, la storia clinica di una persona che soffre di un Disturbo da Sintomi Somatici può essere costellata di molteplici visite mediche, specialistiche, approfondimenti diagnostici che continuano nel tempo proprio perché il paziente è alla costante ricerca di quello che non va nel suo stato di salute.

I sintomi fisici più comuni sono quelli gastrointestinali (es. gastrite psicosomatica), respiratori (es. asma, iperventilazione), cardiocircolatori (es. tachicardia), dermatologici (es. psoriasi, acne), del sistema muscolo-scheletrico (es. cefalee, torcicollo, fibromialgia), dell’apparato riproduttivo (es. dolori mestruali, impotenza o anorgasmia, enuresi), delle intolleranze e allergie alimentari.

 

 

Ipotesi eziologiche

 

Tra i possibili fattori che possono contribuire all’insorgenza di questo disturbo ci possono essere recenti eventi di vita stressanti, la presenza di un’importante malattia organica precedente, stress e fattori di stress quotidiani, elevata sensibilità al dolore ed attenzione alle sensazioni fisiche, una difficoltà a riconoscere e identificare le emozioni che si sta provando, soprattutto quelle spiacevoli quali rabbia, tristezza, paura, vergogna, imbarazzo, disgusto (Grandi, Rafanelli & Fava, 2011).

 

 

Comorbilità e diagnosi differenziale

 

In tale disturbo i sintomi fisici sono sempre presenti e di medio-alta intensità, a differenza di un altro disturbo simile, il Disturbo da Ansia di Malattia in cui i sintomi fisici sono minimi o assenti, nonostante la presenza di elevata preoccupazione per il proprio stato di salute e di poter avere qualche grave malattia organica. Inoltre la principale differenza tra il Disturbo da Sintomi Somatici ed altri disturbi tra cui il Disturbo d’Ansia Generalizzata, il Disturbo Depressivo Maggiore ed il Disturbo da Conversione, è legata alla sempre presente associazione e predominanza tra i sintomi fisici e le preoccupazioni eccessive, pensieri e sentimenti per tali sintomi (APA 2013).

 

 

COSA SI PUÒ FARE

 

 

Le psicoterapie

 

La psicoterapia cognitivo-comportamentale consente di migliorare ed affrontare tale disturbo, favorendo il cambiamento dei pensieri e dei comportamenti, grazie all’apprendimento di nuove modalità per gestire lo stress e il dolore, e mettendo a fuoco gli aspetti emotivi e psicologici, che contribuiscono a mantenere ed aggravare la condizione (Deary, Chalder & Sharpe, 2007). È importante arrivare a comprendere quanto l’intensità e gravità del sintomo fisico vengano influenzate dagli stati emotivi e dai pensieri sul sintomo, e di come le emozioni negative, lo stress e la continua preoccupazione sulla salute condizionino la percezione del fastidio o dolore fisico associato al disturbo specifico (es. cefalea). Il percorso di psicoterapia infatti mira a migliorare la propria capacità di gestire l’ansia e i pensieri negativi sulla salute e a favorire lo sviluppo di una maggiore capacità di avere a che fare con le proprie emozioni negative, quando insorgono, in modo da limitare il loro effetto e le conseguenze sul corpo (Kroenke & Swindle, 2000). Altri trattamenti di cui è stata verificata clinicamente l’efficacia sono i trattamenti basati sulla Mindfulness (Lakhan & Schofield, 2013) e l’elaborazione di eventi stressanti e traumatici di vita attraverso l’EMDR (“Eye Movement Desensitization and Reprocessing”; Tesarz et al., 2013).

 

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TESTI A CURA DI:

Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta
(Iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Toscana n° 7290)

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Approfondimenti

*Coming soon*

 

Bibliografia

 

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

Deary, V., Chalder, T., & Sharpe, M. (2007). The cognitive behavioural model of medically unexplained symptoms: a theoretical and empirical review. Clinical Psychology Review, 27(7), 781-97.

Grandi, S., Rafanelli, C., & Fava, G.S. (2011). Manuale di psicosomatica. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore.

Kroenke, K., & Swindle, R. (2000). Cognitive-behavioral therapy for somatization and symptom syndromes: a critical review of controlled clinical trials. Psychotherapy and Psychosomatics, 69(4), 205-215.

Lakhan, S.E., & Schofield, K.L. (2013). Mindfulness-based therapies in the treatment of somatization disorders: a systematic review and meta-analysis. PloS One, 8(8):e71834.

Tesarz, J., Gerhardt, A., Leisner, S., Janke, S., Hartmann, M., Seidler, G.H., & Eich, W. (2013). Effects of Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) on non-specific chronicback pain: a randomized controlled trial with additional exploration of the underlying mechanisms. BMC Musculoskelet Disord, 14:256.