DI COSA CI OCCUPIAMO:

 

Il gruppo di lavoro TAGES BRAIN si occupa di neuropsicologia clinica, psicogeriatria, logopedia, e disturbi del sonno organizzando seminari aperti a tutti, corsi dedicati ai professionisti, gruppi per utenti e non solo. I membri del gruppo si occupano infatti anche di divulgazionericerca scientifica sul tema.

IL GRUPPO DI LAVORO:

REFERENTE

Dott.ssa Camilla Weber

MEMBRI

Dott.ssa Azzurra Morrocchesi
Dott.ssa Elisa Franchi

I NOSTRI PROGETTI:

Emergenza Covid-19
Emergenza Covid-19
Seminario aperto a tutti
Seminario aperto a tutti
Settimana del cervello

LA NEUROPSICOLOGIA:

Che cosa si intende parlando di Neuropsicologia

La neuropsicologia è una branca della psicologia che si occupa dello studio dei processi cognitivi (come ad esempio memoria, attenzione, linguaggio) e comportamentali correlandoli alle loro basi cerebrali. L’applicazione di queste conoscenze alla clinica (Neuropsicologia Clinica) aiutano lo psicologo nella diagnosi, gestione e riabilitazione dei pazienti con deficit cognitivi e ad identificare le implicazioni di tipo psicologico, a ettivo successive a malattie o danni cerebrali. L’intervento neuropsicologico diventa utile per contenere il decorso della patologia e nel supportare il paziente e i familiari che se ne prendono cura.

 

Che cos’è una valutazione neuropsicologica

La valutazione neuropsicologica permette di individuare, descrivere e quantificare, attraverso appositi strumenti, l‘eventuale presenza di deficit cognitivi ma anche eventuali variazioni a livello del comportamento e del tono dell‘umore dopo una lesione o disfunzione cerebrale. La valutazione neuropsicologica viene spesso suggerita dal neurologo o dal medico di base nel caso in cui si ritenga necessario un inquadramento clinico volto a valutare il funzionamento cognitivo del paziente e pianificare il percorso terapeutico più adeguato. La valutazione si articola in diverse fasi:

  • colloquio conoscitivo con i familiari;
  • somministrazione di test neuropsicologici;
  • restituzione della valutazione e consegna di un referto.

 

Che cos’è la riabilitazione cognitiva

La Riabilitazione Cognitiva si rivolge a persone aette da patologie cerebrali focali o diuse che riportano la compromissione del funzionamento cognitivo ed emotivo. Attraverso esercizi mirati si favorisce il recupero delle funzioni cognitive come memoria, linguaggio, attenzione; la diminuzione dell’apatia e dell’irritabilità; si cerca di favorire l’autonomia e migliorare il benessere personale. Forme di riabilitazione neuropsicologica quali la Stimolazione Cognitiva e la ROT (Terapia di Orientamento alla Realtà), sono proposte per il rallentamento del declino cognitivo causato da forme di demenza senile. L’intervento di riabilitazione/stimolazione cognitiva viene pianificato dopo aver svolto un colloquio conoscitivo e una valutazione neuropsicologica al fine di rispondere al meglio ai bisogni cognitivi, emotivi e motivazionali del paziente.

LA PSICOGERIATRIA:

La psicogeriatria è una branca della psicologia volta a fornire cura e sostegno ai bisogni emotivi, psicologici e cognitivi dell’anziano, affrontando le problematiche di adattamento insieme nel passare degli anni, verso una fase di vita che porta con sé diversi cambiamenti fisici, ambientali ed emotivi.

 

Le tematiche emergenti infatti riguardano un ampio spettro di argomenti, più o meno specifiche dell’anziano, quali:

  • la solitudine
  • la perdita di persone care
  • la perdita di ruoli nelle diverse aree di vita
  • le limitazioni funzionali, fisiche, conseguenti a dolore e a malattia cronica
  • l’immagine di sé in un corpo che cambia
  • i piccolo grandi cambiamenti nella quotidianità
  • il pensionamento
  • le difficoltà relazionali
  • le difficoltà nella sfera sessuale
  • i conflitti familiari
  • i disturbi del comportamento alimentare
  • i disturbi d’ansia
  • i disturbi dell’umore

 

Accanto all’intervento di sostegno psicologico, la psicogeriatria si occupa anche di operare diagnosi differenziali per riconoscere quando il vissuto problematico riportato dal soggetto sia ascrivibile a un quadro di compromissione cognitiva che, in quanto tale, merita un approfondimento medico e neuropsicologico. Gli interventi di sostegno psicologico, laddove necessario, si estendono alla famiglia e all’ambiente di vita dell’anziano al fine di rendere l’intervento di cura il più funzionale e rispondente al bisogno espresso.

I DISTURBI DEL SONNO:

Che cos’è il sonno?

Il sonno è uno stato fisiologico dell’organismo caratterizzato da una progressiva riduzione della reattività agli stimoli ambientali, che si instaura spontaneamente e periodicamente, si autolimita nel tempo ed è reversibile. All’interno dei suoi cicli si possono distinguere le fasi di sonno REM, caratterizzato dalla presenza di rapidi movimenti oculari, profondo rilassamento dei muscoli del tronco, intensa attività cerebrale e sogni vividi, ed il sonno NON-REM, costituito da tre stadi di profondità crescente. Dormire ha diverse funzioni fondamentali per mantenere uno stato di benessere del nostro organismo, il sonno ci permette infatti di ricaricare le energie di mente e corpo, oltre che essere fondamentale per il consolidamento della memoria e per l’apprendimento.

 

Quali sono i disturbi del sonno?

  • Insonnia: persistente difficoltà nel prendere sonno o rimanere addormentati con ripercussioni sul funzionamento diurno
  • Apnee notturne: interruzioni del respiro che frammentano il sonno con possibili conseguenze sul funzionamento diurno e sulla salute (aumentato rischio cardiovascolare)
  • Disturbi del ritmo circadiano del sonno: perdita della sincronizzazione del ciclo sonno-veglia con l’alternanza di giorno e notte o con i ritmi sociali e lavorativi (jet-lag, sindrome del turnista, sindrome da fase di sonno ritardata, sindrome da fase di sonno anticipata ecc.)
  • Disturbi del movimento associati al sonno: movimenti involontari che intralciano l’addormentamento o disturbano il sonno (sindrome delle gambe senza riposo, disturbo da movimento periodico degli arti)
  • Ipersonnie: eccessiva sonnolenza diurna con attacchi di sonno improvvisi non dovuti a deprivazione di sonno (narcolessia, ipersonnia idiopatica)
  • Parasonnie del sonno REM e NREM: alterazioni del comportamento durante il sonno che possono causare traumi o disturbare il sonno proprio o altrui (risvegli confusionali, sonnambulismo, terrori notturni, disturbo comportamentale del sonno REM, incubi notturni, paralisi del sonno, ecc.)

 

Quanto sono diffusi i disturbi del sonno?

Si stima che circa un terzo della popolazione soffra sporadicamente o cronicamente di un disturbo del sonno e che solo una piccola parte di queste persone si rivolga a dei professionisti in cerca di aiuto. Molto spesso infatti chi ne soffre sottovaluta i disturbi del sonno, non sa a quali figure rivolgersi o li considera incurabili.

 

Quali sono le cause? E quali le conseguenze?

Ogni disturbo del sonno ha diverse cause che lo innescano e lo aggravano. In generale, comunque, vi sono fattori genetici, organici e psicologici che rendono maggiormente vulnerabile una persona rispetto un’altra a sviluppare un determinato disturbo. I fattori di vulnerabilità interagiscono poi con i fattori precipitanti e i fattori perpetuanti: i primi sono quegli eventi che determinano l’insorgenza dei sintomi, mentre i secondi sono quei fattori e quelle condizioni che cronicizzano il disturbo mantenendolo nel tempo. Tra questi ultimi vi sono, sopprattutto nell’insonnia, i comportamenti e le abitudini di vita scorrette che spesso vengono messe in atto allo scopo di compensare la perdita di sonno o la sonnolenza diurna. La presenza di uno o più disturbi del sonno rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie e problemi di salute, sia di natura organica che psicologica. Chi soffre di un disturbo del sonno ha infatti maggiori probabilità di sviluppare problemi fisici (cardiovascolari, del sistema immunitario, del metabolismo), disturbi cognitivi (di memoria, attenzione, motivazione) e disturbi mentali (stress, ansia, depressione). Inoltre, la compromissione del sonno incide in maniera significativa sulle performance sociali e lavorative causando assenteismo, errori, incidenti e perdita di produttività. Infine si osserva, associato ai disturbi del sonno, un aumentato abuso di sostanze (farmaci, droghe, alcol) e, nel complesso, un accorciamento dell’aspettativa di vita.

 

Come si trattano i disturbi del sonno?

Esiste una grande varietà di disturbi del sonno, ciascuno con diverse cause di natura organica e psicologica. Il trattamento dei disturbi del sonno più efficace è dunque di natura multi professionale fornito da equipe di psicologi e medici di varie specialità che possono, dopo un’indispensabile attenta valutazione diagnostica, gestire con interventi farmacologici, strumentali e comportamentali le diverse componenti di ogni disturbo.

LE RICERCHE SCIENTIFICHE:

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