DI COSA CI OCCUPIAMO:

 

Il gruppo di lavoro TAGES TRAUMA si occupa di trauma, disturbi dissociativi e problematiche connesse, lutto, disturbi dell’adattamento, problematiche psicologiche inerenti le malattie organiche e l’oncologia. I membri del gruppo anche dello studio delle principali teorie e tecniche utilizzate nell’ambito del trauma e delle problematiche connesse, producendo materiale informativo ed organizzando seminari aperti a tutti e corsi dedicati ai professionisti.

IL GRUPPO DI LAVORO:

REFERENTE

verena balbo, tages onlus
Dott.ssa Verena Balbo

MEMBRI

Dott. Simone Cheli
Dott.ssa Elisa Manfredini
elena mannelli, tages onlus, firenze, psicologa psicoterapeuta
Dott.ssa Elena Mannelli

I NOSTRI PROGETTI:

Incontro con l'autore - A. Onofri
Incontro con l'autore - A. Semerari
Incontro con l'autore - A. Onofri
Progetto per l'atresia esofagea
Ricerca sui migranti
Progetto per le neoplasie femminili

IL TRAUMA E I DISTURBI CONNESSI:

COS’E’ IL TRAUMA?

Il trauma psicologico si può manifestare in seguito all’esposizione ad eventi esterni (ambientali o interpersonali) talmente stressanti da sovrastare la capacità di tolleranza individuale e da produrre nell’individuo un profondo impatto sui suoi processi psicologici (capacità di integrazione delle informazioni, memoria, coscienza, senso di continuità del sé, ecc…). Si può dunque considerare traumatica qualsiasi esperienza che venga percepita dall’individuo come travalicante le proprie risorse e capacità di fronteggiamento e che non consenta un recupero efficace per il mantenimento del proprio benessere e/o dell’integrità psichica.

 

QUALI SONO GLI EVENTI TRAUMATICI?

Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui una persona può andare incontro nel corso della vita. Principalmente si distinguono due tipi di “trauma”:

  • traumi con la “T maiuscola”, ovvero esperienze estreme che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care, come ad esempio disastri naturali, abusi fisici/sessuali, aggressioni, gravi incidenti stradali, ecc.
  • traumi con la “t minuscola”, ovvero esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo o distress frequente, ripetuta ed intensa, ma non soverchiante, caratterizzate da umiliazioni, abbandoni, critiche, neglect fisico o emotivo, quali ad esempio interazioni difficili con persone significative (es. genitori o altri caregiver) o esperienze ripetute di bullismo, ecc. Queste condizioni, se sussistono fin dalla primissima infanzia e si perpetuano nelle fasi di formazione dell’individuo, possono avere un impatto sulla salute psicofisica di gran lungo maggiore rispetto a “T” singoli e portare a condizioni cliniche ascrivibili al “trauma relazionale precoce” (Schore, 2003) con forme di disorganizzazione cognitiva, emotiva e percettiva da moderate a gravi.

 

COME SI MANIFESTA IL TRAUMA?

Non tutti gli individui che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Alcune persone sottoposte ad un evento potenzialmente traumatico possono percepire che ciò che è capitato loro è stato molto brutto, doloroso e soverchiante, ma non percepiscono sintomi post-traumatici o effetti a lungo termine e riescono ad integrarlo bene nella loro esperienza arrivando al completo recupero in breve tempo. Per altre persone questo è più difficile e le risposte individuali variano da piccole difficoltà a ritornare alla propria vita quotidiana, fino a reazioni più complesse, in cui l’elaborazione del trauma non avviene spontaneamente. In questo caso i pensieri, le emozioni e le sensazioni corporee dell’evento restano bloccate al tempo del trauma e danno vita a sintomi che compromettono il normale funzionamento psichico e il benessere della persona.

Recentemente il “Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali” (DSM-5, 2013) ha riorganizzato la sintomatologia del Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) secondo quattro categorie principali:

  1. sintomi intrusivi, come memorie o sogni ricorrenti, flashback, reazioni fisiologiche marcate quando esposti a fattori interni o esterni collegati al trauma;
  2. evitamento persistente di situazioni che evocano il trauma, di sensazioni o ricordi ad esso associati;
  3. alterazioni nel pensiero e nelle emozioni associate all’evento come amnesie, convinzioni negative su di sè, distorsioni cognitive rispetto alla causa o alle conseguenze dell’evento, forti emozioni di colpa, rabbia, vergogna e perdita di piacere e delle emozioni positive;
  4. alterazioni dell’attivazione fisiologica, come irritabilità, ipervigilanza, risposte di allarme, problemi di concentrazione, disturbi del sonno.

Nelle persone che sono state sottoposte ad eventi sono altresì molto frequenti disturbi ansioso-depressivi e sintomi o disturbi dissociativi.

 

QUALI SONO I DISTURBI CORRELATI AD EVENTI TRAUMATICI O STRESSANTI?

Eventi traumatici e stressanti possono contribuire alla manifestazione di qualsiasi quadro clinico, ma nell’adulto i disturbi più frequentemente associati ad esperienze traumatiche sono:

  • Disturbi dell’adattamento
  • Disturbo da stress acuto
  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
  • Disturbo post-traumatico complesso (PTSDc)
  • Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione
  • Amnesia dissociativa
  • Disturbo Dissociativo dell’identità
  • Disturbo Borderline di Personalità
  • Disturbo correlato ad eventi traumatici e stressanti con altra specificazione
  • Disturbo Dissociativo con altra specificazione
  • Alcuni casi di Disturbo da Sintomi Somatici, Disturbo da Ansia di Malattia e Disturbo di Conversione

 

COME SI CURA IL TRAUMA?

Attualmente, tra le terapie evidence-based per il PTSD ed i disturbi trauma-correlati, il protocollo cognitivo comportamentale di Esposizione Prolungata (Prolonged Exposure Therapy) o di Terapia Narrativa (Narrative Exposure Therapy), insieme alla tecnica dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), rappresentano le procedure di elezione raccomandate dalle linee guida internazionali.

Dopo aver fornito ai pazienti nozioni psicoeducative sulle possibili risposte che gli esseri umani sperimento durante e dopo un evento traumatico, questi trattamenti mirano ad ampliare il repertorio delle abilità di regolazione emotiva del paziente e si concentrano sulle molteplici componenti del PTSD: dall’aspetto sintomatologico (es. flashback, incubi, iperarousal, perdita della dimensione presente), alle cognizioni irrealistiche su di sé, il mondo e gli altri (es. il mondo è cattivo, sono incapace di affrontare lo stress legato all’evento traumatico, mi sento colpevole), alle componente emozionale (vissuti di paura, colpa, vergogna, rabbia) e sensoriale (sensazioni corporee associate). Tutti questi interventi, attraverso un’esposizione guidata ad alcuni aspetti specifici dell’esperienza vissuta, hanno lo scopo di integrare tale evento/i nella memoria a lungo termine del paziente e nella sua narrativa personale.

Accanto a questi trattamenti standard si colloca anche la Psicoterapia Sensomotoria, caratterizzata da un approccio psicoterapeutico integrato che unisce in sé principi della terapia orientata al corpo, delle neuroscienze e della teoria dell’attaccamento.

LA PSICONCOLOGIA E IL SOSTEGNO PSICOLOGICO IN CASO DI PATOLOGIA ORGANICA:

Sebbene sia difficile e spesso poco utile formulare diagnosi psicopatologiche per le persone affette da gravi patologie organiche come quella oncologica, sono evidenti le numerose difficoltà a cui queste persone vanno incontro nell’adattarsi al percorso di cura. Se pensiamo come ad oggi in Italia 1 uomo su 2 ed 1 donna su 3 riceveranno una diagnosi oncologica nel corso della loro vita o come 1 persona su 3 è affetta da una patologia cronica e 1 su 5 da più di una, comprendiamo come tali temi non riguardino un esiguo numero di utenti dei nostri ospedali.
Negli ultimi 30 anni in seno alla psicologia della salute si sono sviluppati specifici interventi e discipline rivolte alla gestione delle patologie organiche. Tra queste la psiconcologia rappresenta indubbiamente la disciplina che più ha raccolto evidenze in favore di protocolli psicosociali e psicoterapeutici rivolti a pazienti, familiari e operatori dell’oncologia. Se tradizionalmente gli interventi erano primariamente orientati all’adattamento al percorso di cura, oggi il miglioramento costante dell’efficacia dei trattamenti oncologici ha sempre più orientato l’attenzione sulla fase del cosidetto “ritorno alla vita normale” e dunque sulla paura della recidiva.

In collaborazione con la USL Toscana Centro e con l’Università Guglielmo Marconi, Tages Onlus ha sviluppato un protocollo denominato MACS (Metacognitive Awareness in Cancer Setting) rivolto a donne in follow-up con pregressa diagnosi di carcinoma mammario.

LE RICERCHE SCIENTIFICHE:

  • Cheli, S. (2019). Schizotypal personality at the crossroad between trauma and psychosis. ESTD Newsletter, 8(1), 4-7.
  • Cheli, S., Soldevilla, J.M., Velicogna, F. (2019). Una prospettiva costruttivista nella terapia (non necessariamente costruttivista) per persone straniere o migranti. Rivista italiana di costruttivismo, 7(2), 19-26.
  • Cheli, S. (2018). Cambiare tutto e non cambiare niente. Un approccio processuale nella gestione di setting culturali complessi.Psicobiettivo, XXXIX(2):21-34.,DOI:10.3280/PSOB2018-002002
  • Cheli,S. (2018). Exteding the adaptability of narrative exposure therapy. ESTD Newsletter 7(1),13-17.
  • Silbermann, M. Baider, L., Respini,D., Tralongo, P. Daher, M., Obeidat, Gafer, N. Abdul, S. Fadhil, R. Rassouli, M. Cheli, S. Èniu (2018). An Urgent Human Health Dilemma Facing Refugees and their Host Caregivers?. JOURNAL OF HUMAN HEALTH RESEARCH DOI:10.14302/issn.
  • Silbermann, M. Baider, L., Respini,D., Tralongo, P. Daher, M., Obeidat, Gafer, N. Abdul, S. Fadhil, R. Rassouli,M. Cheli, S. Èniu, Balducci, L. (2018). Palliative Care is a Useful Means to Overcome Intercultural Barriers Faced by Refugees in their New Host Countries. Journal of Palliative Care & Medicine. DOI:10.4172/2165-7386.1000334
  • Cheli, S. (2017). Recensione “Trauma, Abuso e Violenza” di Antonio Onofri e Cecilia La Rosa. Psicobiettivo DOI:10.3280/PSOB2017-003012
  • Cheli, S (2017): Trauma Èntaglement in Migrant Crisis. Tentative Tips to Face the ÈU Cartesian Anxiety. ESTD Newsletter 6(3).
  • Cheli, S., Baider, L. Goldzweig, G., Adritzsch, È., Geny, F. (2016). Mediterrean bridges and drifts. The Èuropean migrant cirsis and the role of psycho-oncology. Psycho-oncology. DOI 10.1002/pon.4272
  • Cheli, S., Caligiani, L., Nembrini, M., Fioretto, L. (2016). Cancer Care in the Length of the Èuropean Migrant Crisis. Rationale and Feasibility of a Participatory Action Research. Psycho-oncology. doi: 10.1002/pon.4229

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