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CHE COSA È

 

 

La diagnosi

 

 

Il DSM-5, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (APA, 2013), presenta una differenziazione tra diagnosi di Disforia di Genere in infanzia e diagnosi di Disforia di Genere in adolescenza ed età adulta.

 

Per quanto riguarda la diagnosi in infanzia, è necessario che vi sia una marcata incongruenza tra il genere esperito/espresso da un individuo e il genere assegnato, della durata di almeno 6 mesi, che si manifesta attraverso almeno 6 dei seguenti criteri:

  • Forte desiderio di appartenere al genere opposto o insistenza sul fatto di appartenere al genere opposto
  • Una forte preferenza per il travestimento con abbigliamento tipico del genere opposto e resistenza ad indossare abbigliamento tipico del genere assegnato
  • Una forte preferenza per i ruoli tipicamente legati al genere opposto nei giochi di fantasia
  • Una forte preferenza per giocattoli, giochi o attività stereotipicamente utilizzati o praticati dal genere opposto
  • Una forte preferenza per compagni di gioco di genere opposto
  • Nei bambini (genere assegnato) un forte rifiuto per giocattoli, giochi e attività tipicamente maschili, e un forte evitamento dei giochi in cui ci azzuffa; nelle bambine (genere assegnato) un forte rifiuto di giocattoli, giochi e attività tipicamente femminili
  • Una forte avversione per la propria anatomia sessuale
  • Un forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie e /o secondarie corrispondenti al genere esperito

 

Per la diagnosi di Disforia di Genere negli adolescenti e negli adulti, invece, è necessaria una marcata incongruenza tra il genere espresso/esperito da un individuo e il genere assegnato, della durata di almeno 6 mesi, che si manifesta attraverso almeno due dei seguenti criteri:

  • Una marcata incongruenza tra il genere espresso/esperito da un individuo e le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie (oppure, in giovani adolescenti, le caratteristiche sessuali secondarie attese)
  • Un forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa di una marcata incongruenza con il genere esperito/espresso di un individuo (nei giovani adolescenti il desiderio di impedire lo sviluppo delle caratteristiche secondarie attese)
  • Un forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie del genere opposto
  • Un forte desiderio di appartenere al genere opposto
  • Un forte desiderio di essere trattato come appartenente al genere opposto
  • Una forte convinzione di avere i sentimenti e le reazioni tipiche del genere opposto

 

Prima di procedere, occorre fare chiarezza su alcuni termini che spesso vengono confusi o utilizzati erroneamente come sinonimi:

  • L’IDENTITÁ DI GENERE indica la capacità di classificarsi in base al genere (Kohlberg, 1966).
  • IL RUOLO DI GENERE indica tutti i comportamenti messi in atto da un individuo per esprimere la propria appartenenza al genere (Dèttore, 2018).
  • L’ORIENTAMENTO SESSUALE si riferisce alla tendenza dell’individuo a rispondere con eccitazione a specifici stimoli sessuali (Dèttore, 2018).

 

 

Diagnosi differenziale e comorbidità

 

 

Anche in questo caso parliamo di diagnosi differenziali in infanzia e in adolescenza e età adulta.

A proposito dell’infanzia, la Disforia di Genere deve essere distinta da uno sviluppo atipico dell’identità di genere in quanto anche se in questa seconda condizione i bambini mostrano interessi controstereotipici, tuttavia non mostrano disagio per il genere assegnato. Occorre fare attenzione anche alle situazioni nelle quali i bambini manifestano comportamenti e interessi tipici del genere opposto in seguito ad un evento stressante o traumatico.

In adolescenza e età adulta, invece, dobbiamo differenziare la Disforia di Genere dall’orientamento sessuale, come già sottolineato precedentemente, dal Disturbo da Travestitismo in quanto in questa condizione gli individui indossano abiti tipici del genere opposto per raggiungere un eccitamento sessuale, ma l’identità di genere non viene modificata. Un discorso diverso deve essere fatto per il Disturbo da Dismorfismo Corporeo, nel quale l’individuo desidera modificare delle parti del proprio corpo poiché gli attribuisce dei difetti fisici (APA, 2013), non riconducibili tuttavia al genere assegnato.

 

 

Le ipotesi eziologiche

 

 

Nel corso degli anni sono stati condotti molti studi, in campi diversi, per cercare di comprendere l’origine della Disforia di Genere, tuttavia ad oggi non abbiamo ancora una strada univoca e definita da seguire, anzi, i vari studi suggeriscono che per comprendere l’origine della Disforia di Genere sia necessario adottare una prospettiva biopsicosociale (Dèttore, 2018). Non solo sembra esserci ereditarietà genetica nella Disforia di Genere (Heylens et al., 2012), ma potrebbero essere implicati anche vari meccanismi biologici (Zubiaurre-Elorza et al., 2012). A livello psicologico è stata rilevata una correlazione con disturbi d’ansia e problemi internalizzanti (Wallien, Swaab & Cohen-Kettenis, 2007).

 

 

 

CHE COSA SI PUÒ FARE

 

 

Il trattamento

 

 

Anche per quanto riguarda i trattamenti, è necessario fare una differenziazione in base alle fasce d’età della persona con Disforia di Genere.

In infanzia la presa in carico si concentra principalmente sulla riduzione del distress psicologico e sul monitoraggio dei comportamenti cross-gender (Byne et al., 2012). Tutta la famiglia viene presa in carico in un percorso psicologico, nel quale oltre a beneficiare di uno spazio di conoscenza e di riflessione, si apre anche la possibilità di gestire situazioni pratiche legate alla quotidianità. In questa fascia d’età non è previsto nessun intervento medico anche in considerazione del fatto che nell’85% dei casi la Disforia di Genere desiste nella pubertà (Ristori & Steensma, 2016).

Durante l’adolescenza, invece, i possibili interventi cambiano in virtù anche di un diverso esito di sviluppo: quando la disforia di genere persiste anche durante la pubertà, difficilmente poi desiste (Cohen-Kettenis & Pfafflin, 2003). L’Endocrine Society ha quindi elaborato delle linee guida secondo le quali, all’inizio della pubertà si raccomanda la sospensione dello sviluppo puberale mediante gli analoghi dell’ormone che rilascia gonadotropine (GnRH analoghi). È importante sottolineare che questo intervento è totalmente reversibile e in più fornisce un sollievo per gli adolescenti con Disforia di Genere che altrimenti vedrebbero aumentare l’incongruenza tra l’identità di genere e lo sviluppo del loro corpo.

A partire poi dai 16 anni è possibile iniziare una terapia ormonale che viene somministrata per indurre cambiamenti femminilizzanti o mascolinizzanti. L’effetto di femminilizzazione viene ottenuto attraverso la somministrazione di estrogeni, l’effetto di mascolinizzazione invece attraverso la somministrazione di testosterone. Infine, a partire dai 18 anni è possibile anche una riattribuzione chirurgica di genere che può prevedere interventi al seno/torace, ai genitali e al di fuori dei genitali (es. chirurgia vocale, procedure estetiche). Anche durante l’adolescenza e l’età adulta è previsto un percorso psicologico che si pone l’obiettivo di accompagnare l’individuo nella comprensione della situazione che sta vivendo e nell’eventuale transizione al genere desiderato.

 

 

 

Dott.ssa Sara Bui

Psicologa Psicoterapeuta

Membro del Gruppo Tages Personality

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Diagnostic and Statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington DC: Author.
  • Byne, W., Bradley, S. J., Coleman, E., Eyler, A. E., Green, R., Menvielle, E. J., … & Tompkins, D. A. (2012). Report of the American Psychiatric Association task force on treatment of gender identity disorder. Archives of sexual behavior41(4), 759-796.
  • Cohen-Kettenis, P. T., & Pfäfflin, F. (2003). Transgenderism and intersexuality in childhood and adolescence: Making choices(Vol. 46). Sage.
  • Dèttore, D. (2018). Trattato di Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale. Firenze: Giunti.
  • Heylens, G., De Cuypere, G., Zucker, K. J., Schelfaut, C., Elaut, E., Bossche, H. V., … & T’Sjoen, G. (2012). Gender identity disorder in twins: a review of the case report literature. The Journal of Sexual Medicine9(3), 751-757.
  • Kohlberg L. A. (1966), “A cognitive-developmental analysis of children’s sex-role concept and attitudes”. In E. E. Maccoby (Ed.), The development of sex differences, Stanford University Press, Stanford, pp.82-173.
  • Ristori, J., & Steensma, T. D. (2016). Gender dysphoria in childhood. International Review of Psychiatry28(1), 13-20.
  • Wallien, M. S., Swaab, H., & Cohen-Kettenis, P. T. (2007). Psychiatric comorbidity among children with gender identity disorder. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry46(10), 1307-1314.
  • Zubiaurre-Elorza, L., Soria-Pastor, S., Junque, C., Sala-Llonch, R., Segarra, D., Bargallo, N., & Macaya, A. (2012). Cortical thickness and behavior abnormalities in children born preterm.