CHE COS’È

 

 

La diagnosi

 

 

Il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM-5; APA, 2013) definisce il Disturbo di Conversione come una condizione caratterizzata da una serie di sintomi somatici di vario tipo. Nell’anamnesi è possibile riscontrare la presenza di svariati sintomi somatici oppure può accadere che l’esordio sia associato a fonti di stress o traumi di natura fisica o psicologica. Ciononostante è possibile porre la diagnosi anche in assenza di tali stress e traumi. Per fare diagnosi di tale disturbo è necessario che siano presenti e riscontrati:

 

  • Solo uno o diversi sintomi di anomalia della mobilità volontaria o sensoriale
  • Non vi è evidenza clinica di compatibilità tra sintomo e situazione medica e neurologica conosciuta
  • Non ci sono altri disturbi medici che spiegano il sintomo
  • La qualità della vita da un punto di vista sociale, lavorativo o in altre aree è compromessa da tali sintomi

 

I sintomi possono essere di diverso tipo: debolezza o paralisi, movimento anomalo, problemi nell’eloquio, nella deglutizione, convulsioni o sintomi epilettiformi, perdita di sensibilità, sintomi sensoriali specifici o sintomatologia mista.

 

E’ necessario rilevare se i sintomi sono presenti per meno di 6 mesi (in questo caso si parla di episodio acuto) o per 6 mesi o più (in questo caso si tratta di episodio persistente). In anamnesi va anche specificato se è presente o meno un fattore psicologico stressante.

 

Per fare diagnosi è necessario inoltre effettuare un approfondimento specialistico dei sintomi; viene stimata una prevalenza del disturbo pari al 5% dei pazienti che si rivolgono ad un servizio neurologico. Tale disturbo è presente maggiormente nelle femmine rispetto ai maschi (DSM-5; APA, 2013). L’età di insorgenza non è ben definita ma la maggior parte dei sintomi non epilettiformi si verifica tra i 20 e 30 anni, mentre i sintomi motori compaiono in fase acuta tra 30 e 40 anni.

 

 

Come si presenta

 

 

Le persone che soffrono di tale disturbo possono presentare dei movimenti anomali, quali ad esempio tremori, così come deambulazione e postura anomala degli arti. Possono manifestare una forte sensibilità visiva, al tatto o uditiva; queste funzioni possono anche risultare ridotte o totalmente assenti. La perdita di coscienza con tremore agli arti, che a volte è presente in tali pazienti, può facilmente essere confusa con crisi epilettiche. In certi casi possono manifestarsi episodi di insensibilità agli stimoli esterni molto similari allo stato comatoso. Tra la possibili manifestazioni sintomatologiche, può esserci anche una significativa riduzione del volume della voce (dalla disfonia fino all’afonia) accompagnata da una sensazione di nodo alla gola.

 

 

Ipotesi eziologiche

 

 

Alla base dell’insorgenza di un Disturbo di Conversione c’è spesso un evento scatenante particolarmente stressante ma esistono anche altri fattori di vulnerabilità, tra cui il genere (il disturbo ha un’incidenza maggiore nelle femmine), la comorbilità con altri disturbi (tra cui i disturbi d’ansia, dell’umore e i disturbi di personalità), la presenza di una condizione neurologica i cui sintomi somigliano a quelli da Conversione ed anche la familiarità con tale disturbo. Tra i principali fattori di rischio ambientali per l’insorgenza del Disturbo di Conversione ci sono gli eventi di vita traumatici o particolarmente stressanti (es. abuso e trascuratezza).

 

Secondo il modello cognitivo-comportamentale, le persone affette da tali sintomi, attraverso processi cognitivi di attenzione selettiva e controllo, rinforzano e mantengono il problema in un circolo vizioso di crescente apprensione fino a giungere a percepire una sempre maggiore vigilanza e intensità della sintomatologia stessa.

 

 

COSA SI PUO’ FARE

 

 

La psicoterapia

 

 

L’intervento psicoterapico, secondo un modello di approccio cognitivo-comportamentale (Kroenke & Swindle, 2000), mira a lavorare con il paziente su differenti aree e in differenti modalità: l’alfabetizzazione emotiva, insegnando alla persona a riconoscere le proprie emozioni e costruendo per esse migliori strategie di gestione; la ristrutturazione di idee e convinzioni errate, a favore di pensieri più funzionali; il miglioramento delle strategie di gestione e coping degli eventi di vita stressanti; la diminuzione del processo di attenzione focalizzata e selettiva sui sintomi attraverso trattamenti evidence-based quali la Mindfulness (Lakhan & Schofield, 2013; Van Ravesteijn et al., 2014). Laddove presenti degli eventi di vita traumatici, è possibile rielaborarli ed installare nuove risorse tramite la tecnica dell’EMDR – Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Tesarz, J. et al, 2013). Infine è possibile offrire un training specifico per migliorare le abilità sociali e l’assertività.

 

 

______________________

TESTI A CURA DI:

Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta
(Iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Toscana n° 7290)

______________________

 

 

Approfondimenti

*Coming soon*

 

Bibliografia

American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

Kroenke, K. & Swindle, R. (2000). Cognitive-behavioral therapy for somatization and symptom syndromes: a critical review of controlled clinical trials. Psychotherapy and Psychosomatics, 69(4), 205-215.

Lakhan, S.E. & Schofield, K.L. (2013). Mindfulness-based therapies in the treatment of somatization disorders: a systematic review and meta-analysis. PlosOne, 8(8): e71834.

Tesarz, J., Gerhardt, A., Leisner, S., Janke, S., Hartmann, M., Seidler, G.H. & Eich, W. (2013). Effects of eye movement desensitization and reprocessing (EMDR) on non-specific chronicback pain: a randomized controlled trial with additional exploration of the underlying mechanisms. BMC Musculoskeletal Disorders, 30,14:256.

Van Ravesteijn, H.J., Suijkerbuijk, Y.B., Langbroek, J.A., Muskens, E., Lucassen, P.L., van Weel, C., Wester, F. & Speckens, A.E. (2014). Mindfulness-based cognitive therapy (MBCT) for patients with medically unexplained symptoms: process of change. Journal of Psychosomatic Research, 77(1), 27-33.