Il ruolo dei familiari nel mantenimento e nel trattamento del DOC

IL RUOLO DEI FAMILIARI NEL MANTENIMENTO E NEL TRATTAMENTO DEL DOC

 

WEBINAR IN DIRETTA CON ANGELO MARIA SALIANI

 

 

RAZIONALE DEL CORSO

 

I familiari, e, più in generale, coloro che vivono accanto a una persona affetta da DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) sono sempre coinvolti, in misura maggiore o minore, direttamente o indirettamente, nella sintomatologia del paziente.

La letteratura scientifica ha evidenziato che i familiari adottano nei confronti dei propri cari con DOC due atteggiamenti principali che vanno da un’estrema accondiscendenza, chiamata accommodation, al suo opposto caratterizzato da antagonismo:

 

  • L’accommodation risulta essere un fattore prognostico negativo e numerose ricerche mostrano come esso correli con una peggiore risposta ai trattamenti e con più frequenti ricadute nel lungo termine. Effetti altrettanto negativi sono associati alle modalità di interazione collocabili sulla polarità dell’antagonismo. L’osservazione clinica, tuttavia, suggerisce che il continuum accomodamento-antagonismo cattura solo parzialmente il complesso sistema di reazioni interpersonali al disturbo. In altre parole, il familiare non si limita ad accontentare o a osteggiare il proprio congiunto affetto da DOC. Talvolta, prima di compiacere una richiesta ossessiva, prova a eluderla con una frettolosa rassicurazione o una bugia, o si impegna in estenuanti dispute dialettiche volte a dimostrare che i timori ossessivi non hanno ragione di esistere, o escogita e suggerisce espedienti per aggirare l’ostacolo posto dal sintomo, o implora il congiunto esortandolo a guarire, o infine lo biasima. Da ciascuna di queste reazioni nasce una trappola che contribuisce ad alimentare il disturbo e a inasprire il clima familiare. Di più, ciascuna di esse partecipa a un’unica grande spirale viziosa interpersonale che culmina tipicamente con la colpevolizzazione del paziente e il rafforzamento delle sue credenze patogene più dolorose.

 

  • Le trappole più tipiche sono sette e ognuna di esse sarà descritta in modo dettagliato nel corso del seminario.

 

  • Infine, molti dei trattamenti CBT (terapia cognitivo-comportamentale) rivolti alle famiglie dei pazienti con DOC prevedono principalmente interventi di psicoeducazione e addestramento alla tecnica ERP per la cura del sintomo, ma sembrano trascurare i determinanti psicologici del disturbo (senso ipertrofico di responsabilità e senso di colpa deontologico) e le dinamiche interpersonali che li mantengono. Le procedure e i principi terapeutici oggetto del seminario si prefiggono di rimediare a tale lacuna.

 

 

OBIETTIVI DEL CORSO

 

Il corso ha due obiettivi principali:

 

  • portare all’attenzione del clinico i fattori interpersonali che contribuiscono a mantenere e ad aggravare il disturbo, in modo che siano inclusi nella formulazione del caso;
  • con l’aiuto di esempi clinici ed esercizi mettere il professionista nelle condizioni di fornire un aiuto concreto e mirato a familiari e pazienti impegnati nella battaglia quotidiana contro il DOC.

 

 

PROGRAMMA DEL CORSO

 

  • 14.30 – 15.00: Presentazione degli scopi del corso e introduzione ai concetti di accommodation-antagonismo.
  • 15.00 – 16.00: Le sette trappole interpersonali che mantengono il sintomo e rafforzano la sensibilità alla colpa
  • 16.00 – 16.30: Allenarsi a riconoscere le trappole. Esercitazione
  • 16.30 – 17.00: PAUSA
  • 17.00 – 17.30: Uscire dalle trappole, parte 1. Dai circoli viziosi ai dialoghi virtuosi: i passi da seguire e l’uso del contratto
  • 17.30 – 18.30: Uscire dalle trappole, parte 2. Il setting del familiare e il setting congiunto. Dal primo incontro alle sessioni congiunte: procedure, ostacoli, soluzioni. Esercitazione.

 

 

ANGELO MARIA SALIANI

 


Angelo M. Saliani è Docente e Didatta delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale S.P.C. di Roma e Napoli, S.I.C.C. di Roma e A.I.P.C. di Bari.
Professore a contratto di Tecniche del Colloquio Psicologico presso l’Università dell’Aquila. Si occupa da molti anni di relazione terapeutica e dei processi interpersonali che caratterizzano il rapporto tra pazienti con Disturbo Ossessivo- Compulsivo e i loro familiari.

Socio e membro del comitato direttivo Associazione Italiana Disturbo Ossessivo-Compulsivo (A.I.D.O.C.). Socio Ordinario del Control Mastery Theory-Italian Group (CMT-IG). International Member del San Francisco Psychotherapy Research Group (SFPRG).

 

 

ISCRIZIONI

 

Il corso è aperto a psicologi specializzandi in psicoterapia, psicoterapeuti, psichiatri e medici specializzandi in psichiatria.

Il costo è di euro 81,97+IVA (euro 100 IVA inclusa).

Per iscriverti:

  • Compila la scheda di iscrizione
  • Effettua contestualmente il pagamento mediante bonifico bancario: Scuola di Psicoterapia Cognitiva srl, IBAN IT87K0538703202000001606300, Causale “Saliani 16 ottobre 2020”

 

Le iscrizioni sono aperte fino al 6 ottobre 2020.

 

 

ALTRE INFORMAZIONI

 

Il corso si svolge in modalità Webinar (in diretta) sulla piattaforma Zoom (clicca qui per maggiori informazioni); gli iscritti riceveranno tramite email le istruzioni per accedere.

Sono stati richiesti 4,5 crediti ECM.

L’orario previsto per il corso è dalle ore 14.30 alle ore 18.30.

Per maggiori informazioni scrivi a info@tagesonlus.org o iscrizioniworkshop@apc.it

L’evento è organizzato da APC/SPC  e Tages Onlus

 

 

  • Clicca QUI per scaricare la locandina

  • Visita il sito di APC per maggiori informazioni

 

 

 

I Nostri Reportage: Incontro con Francesco Mancini

Citazione Consigliata: Cheli, S. (2017). I Nostri Reportage: Incontro con Francesco Mancini [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/04/13/i-nostri-reportage-incontro-con-francesco-mancini/

 

Da giovane studente ignaro ho sempre cercato di rifuggire testi e lezioni sul Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Al di là dell’interesse diagnostico per ossessioni e compulsioni, mi è sempre parso un ambito in cui teorici e clinici prediligessero ridondanti meccanicismi. Quando gli psicoterapeuti parlano di disturbi ossessivi la stereotipizzazione ricorrente è quella che tratteggia una semplicistica ed inspiegabile fenomenologia. A partire dalle prime formulazioni quel che ritroviamo è da un lato la sconcertante bizzarria dei sintomi (Westphal, 1878) e dall’altro la gravosa difficoltà nel delineare un trattamento efficace (Freud, 1909).

Nell’ascoltare il dott. Francesco Mancini passare in rassegna gli ultimi 30 anni di studi l’impressione è sorprendentemente diversa. Durante la presentazione de “La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo” (Mancini, 2016a) svoltasi presso Tages Onlus il 12 aprile 2017, il fil rouge emerso è infatti la sofferente umanità delle persone affette da DOC e la rigorosa eleganza con cui il gruppo formatosi attorno a Mancini ha sviluppato il proprio modello.

Il libro succitato rappresenta a detta di molti una sorta di pietra miliare negli studi del DOC (Lorenzini, 2016), che da un lato integra e sovrordina quanto presente in letteratura, dall’altro formula un’originale ed efficace prospettiva terapeutica, frutto di numerosi studi validazionali e tentativi di falsificazione. Nel ripercorrere la produzione scientifica dell’équipe della Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC)/Associazione di Psicologia Clinica (APC), il libro mostra un incedere logico degno della tradizione falsificazionista (Popper, 1972): non solo si mettono a verifica le ipotesi teoriche e cliniche, ma anche le possibili alternative e critiche al modello. A partire dalla tesi centrale per la quale “alla base delle ossessioni e delle compulsioni vi sarebbe un esasperato timore di colpa” (Mancini, 2016b, p. xv).

Al di là dello specifico interesse legato al DOC, l’opera di Mancini delinea una serie di domande guida che hanno contribuito e tutt’oggi contribuiscono allo sviluppo del cognitivismo clinico. E’ impossile infatti non vedere una riflessione comune e comprensiva che si origina nelle sue prime pubblicazioni relative a quali meccanismi possano mantenere disturbi altamente invalidanti (Mancini, Sassaroli & Semerari, 1984) ed arriva sino alla sfida di inquadrare la “mente ossessiva”.

Considerare un disturbo in termini di processi di mantenimento piuttosto che di resistenze psicologiche o coerenza teorica presuppone due principi tanto cari al cognitivismo clinico italiano. In primis la prospettiva evoluzionistica della teoria dell’attaccamento (Bowlby, 1951) che vuole rimarcare una traiettoria ontogenetica nello sviluppo delle patologie e dei loro meccanismi psicopatogeni. Secondariamente la lettura costruttivista delle scelte personali  (Kelly, 1968) e dei sistemi biologici di mantenimento  (Maturana & Varela, 1980) che Beck stesso ha nei suoi termini incluso nel background della CBT (Beck & Weishaar, 2000).

Attraverso queste lenti possiamo forse meglio comprendere il modello di funzionamento del DOC sviluppato da Mancini e la vision educativa con la quale si pone di fronte ai suoi uditori. Per non dilungarmi oltre mi limiterò a due costrutti a mio avviso centrali nel libro scritto dal team SPC/APC.
Da un lato il concetto di scopo rappresenta un rimarcare l’umanità del paziente  (non solo DOC) nello sviluppare e mantenere il suo disturbo come un tentativo di dare senso a sé e al suo mondo  (Mancini, 2016c). Anche il più bizzarro dei fenomeni psicologici ha, all’interno del sistema personale di chi lo sperimenta, una sua finalità.
Dall’altro le distinzioni tra razionalità formale e pratica (Gangemi, Mancini, & Johnson-Laird, 2013) e tra colpa deontologica e altruistica (Mancini & Mancini, 2015) meriterebbero di esser più spesso applicate a noi terapeuti che non ai pazienti. La difesa ortodossa dei nostri amati assunti teorici risulta infatti assai perniciosa per la professione e per gli utenti.

Il rigore nel comprendere l’esperienza soggettiva del paziente e nel mettere costantemente a verifica i nostri presupposti teorici, mi concederà Mancini, è un caso auspicabile di indistinguibile sovrapposizione tra deontologia ed altruismo.

 

 

Simone Cheli

Presidente Tages Onlus

 

Bibliografia

Beck, A.T., & Weishaar, M. (2000). Cognitive therapy. In R.J. Corsini & D. Wedding (Eds), Current psychotherapies, sixth edition, pp. 241-272. Itasca, IL: Peacock Publishers.
Bowlby, J. (1951). Maternal care and mental health. A report prepared on behalf of the World Health Organization as a contribution to the United Nations programme for the welfare of homeless children. Geneva: World Health Organization.
Freud, S. (1909). Bemerkungen über einen Fall von Zwangsneurose. Gesammelte Werke, Vol. 7, pp. 381-463.
Gangemi, A., Mancini, F., & Johnson-Laird, P.N. (2013). Emotion, reasoning and psychopathology. In I. Blanchette (Ed), Emotion and reasoning, pp. 44-65. New York: Psychology Press.
Kelly, G.A. (1968). Man’s construction of his alternatives. In  B. Maher (Ed), Clinical psychology and personality. The selected papers of George Kelly, pp. 66-93. New York: John Wiley & Sons.
Lorenzini, R. (2016). La mente ossessiva: curare il disturbo ossessivo-compulsivo (2016) di F. Mancini – Recensione. Retrieved from: http://www.stateofmind.it/2016/07/mente-ossessiva-recensione/
Mancini, F., Sassaroli, S. & Semerari, A. (1984). Teorie psicologiche implicite e soluzioni di problemi nevrotici: un approccio darwinista. In G. Chiari & M.L. Nuzzzo (Eds) Crescita e cambiamento della conoscenza individuale. Psicologia dello sviluppo e psicoterapia cognitivista. Milano: Franco Angeli.
Mancini, A. & Mancini, F. (2015). Do not play God: contrasting effects of deontological guilt and pride on decision-making. Frontiers in Psychology, 6:1251.
Mancini, F. (Ed) (2016a). La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo. Roma: Raffaello Cortina.
Mancini, F. (2016b). Introduzione. In F. Mancini (Ed), La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo, pp. xiii-xvi. Roma: Raffaello Cortina.
Mancini, F. (2016c). Sulla necessità degli scopi come determinanti prossimi dellla sofferenza psicopatologica. Cognitivismo Clinico, 13(1):7-20.
Maturana, H.R., & Varela, F.J. (1980). Autopiesis and cognition. The realization of the living. Dordrecth: Kluwer.
Popper, K. (1972). Congetture e confutazioni. Lo sviluppo della conoscenza scientifica. Bologna: Il Mulino.
Westphal, K. (1878). Uber Zwangsvorstellungen. Nervenkrank, 8:734-750.

Incontro con l’autore – Francesco Mancini

“La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo”

 

a cura di F. Mancini

 


Il dott. Francesco Mancini presenta, attraverso il suo ultimo libro, un modello di comprensione e trattamento del DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) basato sui più recenti sviluppi scientifici, ponendo enfasi sugli scopi e le rappresentazioni che caratterizzano l’attività ossessivo-compulsiva, sugli aspetti di colpa che strutturano il disturbo, sui tentativi di soluzione che il soggetto mette in atto per gestire la sintomatologia, sui fattori di vulnerabilità del disturbo e sull’accettazione dei rischi percepiti dalla persona.

L’evento fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla presentazione di testi di recente uscita ed inerenti la psicologia e la psicoterapia.


La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizione scrivendo una email a info@tagesonlus.org oppure compilando il form di iscrizione.

Il numero di posti è limitato.

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Francesco Mancini

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