Conoscere l’ipnosi – Serata di presentazione della Terapia Ipnotica

In psicoterapia lavorare con l’ipnosi significa risvegliare, nella persona, le risorse apprese nel proprio percorso di vita così da costruire un ponte tra il sintomo e la sua soluzione. Questo avviene grazie all’utilizzo della trance ipnotica, uno stato di piacevole focalizzazione su se stessi, sul proprio mondo interno, sulle proprie necessità e sui propri desideri.


GLI OBIETTIVI:

L’obiettivo della serata è quello di fornire a tutti gli interessati le informazioni principali riguardati l’ipnosi e i suoi ambiti applicativi.


A CHI SI RIVOLGE:

L’incontro è gratuito ed aperto a tutti.


ORGANIZZAZIONE E CONDUZIONE:

Massimiliano Zisa

Psicologo e Psicoterapeuta Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n°3321)

 

Daniele Delfino

Psicologo e Psicoterapeuta Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n°5945)


COME ISCRIVERSI:

La partecipazione è gratuita ma richiede l’iscrizione che può essere effettuata telefonicamente (+ 39 055 679037), via email (info@tagesonlus.org) o attraverso il form di contatto del sito.

Per scaricare la locandina dell’evento: PDF

Introduzione alla Mindfulness

La mindfulness è un approccio innovativo ed efficace per affrontare lo stress e riappropriarsi del proprio benessere. Si è dimostrato particolarmente utile nel superare l’ansia, i sintomi depressivi e numerosi altri problemi che affliggono molte persone oggigiorno. Grazie alle sue tecniche di semplice applicazione, la mindfulness rappresenta un fondamentale supporto per chi, a causa di problemi cronici di natura fisica o psicologica, si trova a dover gestire un vissuto di costanti preoccupazioni. Durante l’evento verrà presentato anche il nuovo corso MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) in partenza ad Ottobre presso Tages Onlus.


GLI OBIETTIVI:
Conoscere la mindfulness
Sperimentare le sue tecniche


A CHI SI RIVOLGE:
L’incontro è gratuito ed aperto a tutti


I CONDUTTORI:

Simone Cheli
Psicologo-Psicoterapeuta. Docente in Master di Mindfulness clinica in Italia e all’estero (Ordine Psicologi Toscana n°4507)

Gloria Pansolli
Psicologa-Psicoterapeuta. Insegnante di protocolli clinici basati sulla Mindfulness (Ordine Psicologi Toscana n°6791)

Sefora Di Natale
Psicologa. Insegnante di protocolli clinici basati sulla Mindfulness (Ordine Psicologi Toscana n°7004)


I TEMI TRATTATI:
Origini e applicazioni della mindfulness

Struttura degli interventi

Il protocollo MBSR

La mindfulness con adulti e bambini

Esercitazione esperienziale sulla pratiche della mindfulness


COME ISCRIVERSI:
La partecipazione è gratuita ma richiede l’iscrizione che può essere effettuata telefonicamente (+ 39 055 679037), via email (info@tagesonlus.org) o attraverso il form di contatto del sito.


Per scaricare la locandina dell’evento: PDF

Per scaricare la brochure del corso MBSR: PDF

 

 

Incontro con l’autore – Gabriele Caselli

“Rimuginio. Teoria e terapia del pensiero ripetitivo”

di G. Caselli, G.M. Ruggiero, S. Sassaroli


Gabriele Caselli presenta, attraverso l’ultimo libro scritto insieme a Giovanni Maria Ruggiero e Sandra Sassaroli, un’esaustiva raccolta della letteratura internazionale sul tema del rimuginio che attraverso anni di attività di ricerca e studio sui meccanismi che caratterizzano questa modalità di pensiero ripetitivo, giunge alla formulazione di un modello integrato in grado di inquadrare i processi cognitivi e metacognitivi che caratterizzano tale disturbo. Il testo fornisce oltre ad un inquadramento storico del problema anche gli strumenti di comprensione ed intervento psicoterapico su di esso. Il risultato che ne emerge rappresenta un riferimento essenziale per chiunque voglia occuparsi di rimuginio.


L’evento fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla presentazione di testi di recente uscita ed inerenti la psicologia e la psicoterapia, organizzati da Tages Onlus e patrocinati dalla SITCC (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva).

La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizione scrivendo una email a info@tagesonlus.org oppure compilando il form di iscrizione.

Il numero di posti è limitato.

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LINK DI RIFERIMENTO:

Gabriele Caselli

Giovanni Maria Ruggiero

Sandra Sassaroli

State of Mind

Raffaello Cortina Editore

I nostri reportage: 61st International Society for the Systems Sciences Congress

Citazione Consigliata: Tages Onlus (2017). I Nostri Reportage: 61st International Society for the Systems Sciences Congress [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/07/14/i-nostri-reportage-international-society-for-the-systems-sciences-congress/

 

Dal 10 al 14 luglio 2017 si è svolto a Vienna il congresso della International Society for the Systems Sciences (ISSS). Il congresso, giunto alla sua 61esima edizione (From Science to Systemic Solutions: Systems Thinking for Everyone), vanta una storia ed un panorama di past president e lecturer di notevole rilievo. A cavallo tra la prima guerra mondiale e la fine degli anni 60 la scienza occidentale ha visto il fiorire di sforzi volti a promuovere un processo di integrazione teorica e applicativa dei saperi esistenti. Da un lato tali sforzi si sono concentrati nello sviluppare modelli unificati all’interno di singole discipline, come ad esempio la teoria del campo unificato e la teoria del tutto in fisica (Hawking, 1998). Dall’altro si costituirono think-thank a carattere temporaneo come i congressi della American Society for the Advancement of Science (antesignana della ISSS) e le conferenze organizzate dalla Macy Foundation, volti a promuovere l’integrazione e lo scambio tra saperi diversi in un’ottica condivisa di progresso scientifico. Questi trend evolutivi della scienza moderna sono accomunati da un focus progressivo su due costrutti a loro volta interconnessi: (i) la concettualizzazione di fenomeni per noi rilevanti in termini di sistemi complessi caratterizzati da pattern auto-organizzativi e dinamiche solo in parte predicibili (Scheffer, 2009); (ii) l’isomorfia tra concetti appartenenti a discipline diverse che funge da supporto nello sviluppo teorico di un singolo sapere e nel persuguire l’unità della scienza nel suo insieme (Bertalanffy, 1976).

La ISSS rappresenta l’evoluzione di questo processo storico della scienza occidentale, annoverando tra i suoi fondatori e past president premi nobel e innovatori nei campi più disparati: dalla biologia (es. von Bertalanffy), alla fisica (es. Prigogine), alla matematica (es. Rapaport), alla cibernetica (von Foerster), alla psicologia (es. Ashby) e così via. Ad ogni congresso si alternano pertanto pensatori disparati e singole giornate dedicate a saperi diversi sempre secondo una prospettiva fondata sui sistemi complessi e sull’isomorfia tra concetti diversi. Vi riportiamo di seguito un breve reportage sulla terza giornata del LXI congresso (Health Day: From Public Health to Health Systems) a cui abbiamo presenziato vista la rilevanza che questo tema ha per le attività e la mission di Tages Onlus.

Secondo il format di tutto il congresso, anche durante la terza giornata dedicata ai sistemi sanitari, si sono alternate durante la mattina le letture magistrali ed una tavola rotonda, nel pomeriggio i workshop e le ricerche afferenti agli Special Interest Group (SIG) della ISSS. La domanda che ha accomunato ogni sessione e ogni relatore è indubbiamente quella della possibilità di gestire la complessità dei sistemi sanitari occidentali a fronte della cosiddetta doppia crisi del nostro welfare, data dall’aumetare esponenziale della domanda a fronte di un progressivo impoverimento delle possibilità di sostenere l’offerta sanitaria (Taylor-Gooby, 2013). Tra i keynote speakers (per un programma dettagliato potete consultare la pagina relativa) non possiamo non citare due dei grandi sviluppatori della teoria dei sistemi complessi nelle organizzazioni sanitarie e non solo: Gerald Midgley e Fredmund Malik.

Gerald Midgley, docente della Hull University, rappresenta uno dei maggiori sviluppatori pensiero sistemico all’interno delle sfide degli organismi pubblici occidentali. A partire dagli anni ’90 ha infatti portato avanti sia una riflessione teorica sui modelli di intervento basati sulla teoria dei sistemi complessi (Midgley & Wilby, 2015), sia una serie di interventi in prima persona volti a applicare tali modelli nella concertazione decisionale nell’ambito della sanità pubblica e delle tematiche ambientali (Midgley, 2000). Durante la sua presentazione ha in particolare descritto il razionale e la metodologia di alcuni interventi svolti in Scozia, Nuova Zelanda e Alaska. In tutti e tre i casi i contesti operativi erano caratterizzati da una notevole frammentazione territoriale sia della domanda che dell’offerta e da una conflittualità comunicativa e decisionale tra tutti gli stakeholder coinvolti. Quello che in particolare ha colpito è l’effetto discriminante della disponibilità degli organi politici (ovvero i promotori dell’intervento) a prescindere da variabili apparentemente più critiche. Midgley e colleghi sono infatti riusciti a raggiungere l’obiettivo prefissato in due ambienti complicati da enormi barriere culturali (ovvero la cultura linguistica e medica dei nativi di Alaska e Nuova Zelanda), fallendo in un contesto per loro più anticipabile, in quanto anglosassoni, come quello scozzese. Al di là dei risultati specifici, il modello di intervento delineato permette di programmare le azioni secondo un metodica ripetibile, flessibile ed orientata ai risultati.

L’altra lecture che maggiormente ha attirato uditori e commenti è stata quella di Fredmund Malik, ormai considerato una sorta di guru della consulenza organizzativa secondo un suo personale modello basato sulla teoria dei sistemi complessi. Dopo aver iniziato la sua carriera come docente dell’università svizzera di San Gallo ha espanso le sue attività sino a divenire visiting professor in numerose università e CEO di una sua azienda di consulenza privata. Nel corso degli ultimi anni ha pubblicato il suo opus magnum rappresentato tra 3 volumi rispettivamente sui temi della teoria del management (Malik, 2010),  governance e policy (Malik, 2011) e strategie manageriali (Malik, 2016). La prospettiva di Malik, fortemente e polemicamente in contrasto con il mainstream americano, vuole presentarsi come alternativa al concetto di shareholder value, ovvero all’idea di improntare un’organizzazione sulla esclusiva massimizzazione del profitto finanziario immediato. Quella che sembrerebbe una posizione meramente (per quanto per alcuni giustamente) politica, rappresenta invece nelle sue parole il frutto di un lungo lavoro di revisione dei modelli gestionali, culturali e decisionali delle organizzazione private e pubbliche occidentali. Tale revisione, ancorata nella cibernetica del secondo ordine e nella teoria dei sistemi complessi, mira a promuovere processi di efficenza produttiva ed organizzativa secondo una procedura validata in oltre 1000 aziende pubbliche e private. Nell’ascoltare Malik quel che colpisce è l’inarrestabile attenzione a sviluppare un modello che bilanci la complessità dei presupposti con l’applicabilità in contesti diversi. Dalla scelta di infografiche e modelli visuali, sino alle metodiche partecipative, tutto è orientato al coinvolgimento il più possibile diffuso del cambiamento organizzativo proposto.

Nel corso della giornata si sono poi alternate presentazioni e dibattiti caratterizzati da un forte integrazione tra sapri pratici e saperi teorici. Durante la mattina numerose ed accesse domande e commenti ha suscitato il dibattito tra alcuni dei lecturer e rappresentanti del mondo medico e politico (tra cui G.M. Auer, il direttore generale del Ministero della Salute austriaco). Nel pomeriggio si sono confrontate diverse posizioni all’interno dei SIG della ISSS. Ci teniamo in particolare a segnalare gli interventi coordinati da Stuart Umpleby (uno dei padri del concetto di emergence) sullo sviluppo storico della teoria dei sistemi complessi e della cibernetica del secondo ordine; nonchè gli interventi in seno al SIG sulla salute mentale durante il quale è stato presentato un modello di psicoterapia basato sul pensiero sistemico nato in collaborazione con Tages Onlus (Cheli, 2017).

 

 

Lo Staff di Tages Onlus

 

 

Bibliografia

Bertalanffy, L. von (1976). General System Theory: Foundations, Development, Applications. Second Edition. New York, NY: George Braziller.

Cheli, S. (2017). An Attempt to Epistemologically Ground Current Psychotherapy. On the Comergence of Human Complex Systems. Proceedings of the 61st Annual Meeting of the International Society of Systems Sciences (In press).

Hawking, S. (1998).  A Brief History of Time. Third Edition. New York, NY: Bantam Books.

Malik, F. (2010). Mastering Complexity Volume 1. Management: The Essence of the Craft. New York, NY: Campus Verlag.

Malik, F. (2011). Mastering Complexity Volume 2. Corporate Policy and Corporate Governance. New York, NY: Campus Verlag.

Malik, F. (2016). Mastering Complexity Volume 3. Strategy: Navigating the Complexity of the New World. New York, NY: Campus Verlag.

Midgley, G. (2000). Systemic Intervention. Philosophy, Methodology and Practice. Berlin, Germany: Springer.

Midgley, G., & Wilby, J. (2015). Learning across Boundaries: Exploring the Variety of Systems Theory and Practice. Systems Research & Behavioral Science 32(5):509-513.

Scheffer, M. (2009). Critical Transitions in Nature and Society. Priceton, NJ: Princeton University Press.

Taylor-Gooby, P. (2013). The Double Crisis of the Welfare State and What We Can Do About It. Basingstoke, United Kingdom: Palgrave McMillan.

Incontro con l’autore – Donatella Marazziti

“Mind change. Cambiamento mentale. Come le tecnologie digitali stanno lasciando un’impronta sui nostri cervelli “

 

 di S. Greenfield

 


La dott.ssa Donatella Marazziti presenta l’ultimo libro di Susan Greenfield, dedicato all’approfondimento dell’impatto che le nuove tecnologie stanno avendo sulla nostra mente, sia in termini di benefici che di criticità. Partendo dal lavoro della neuroscienziata autrice del libro, la dott.ssa Marazziti approfondirà i cambiamenti fisiologici, psicologici e culturali a cui stiamo andando incontro durante l’era digitale, enfatizzando l’impatto sui cosiddetti “nativi digitali”, ovvero le nuove generazioni.

L’evento fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla presentazione di testi di recente uscita ed inerenti la psicologia e la psicoterapia.


La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizione scrivendo una email a info@tagesonlus.org oppure compilando il form di iscrizione.

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Donatella Marazziti

Susan Greenfield

Fioriti Editore

 

Incontro con l’autore – Andrea Fossati

“SCID-5-CV Intervista clinica strutturata per i disturbi del DSM-5” e “SCID-5-PD Intervista clinica strutturata per i disturbi di personalità del DSM-5”

 

edizione italiana a cura di A. Fossati e S. Borroni

 


Il dott. Andrea Fossati e la dott.ssa Antonella Somma presentano la nuova versione delle due interviste cliniche, sviluppate nella loro versione originale da Micheal B. First e colleghi, che permettono al clinico di effettuare la valutazione diagnostica del paziente secondi i criteri del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Le interviste e le relative guide per l’intervistatore rappresentano un prezioso strumento sia per i clinici che per i ricercatori.

L’evento fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla presentazione di testi di recente uscita ed inerenti la psicologia e la psicoterapia.


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Andrea Fossati

Antonella Somma

Raffaello Cortina Editore

 

Incontro con l’autore – Antonio Onofri

“Il lutto. Psicoterapia cognitivo-evoluzionista e EMDR”

 

di A. Onofri e C. La Rosa

 


Il dott. Antonio Onofri presenta il suo lavoro attraverso il quale ha affrontato il delicato tema del lutto e della perdita, offrendo ai lettori uno strumento di intervento clinico basato sull’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) che include scale di valutazione, criteri diagnostici e protocolli di intervento. Il testo fornisce inoltre interessanti spunti di riflessione sull’importanza delle relazioni per l’essere umano, tanto fondamentali da superare la fine della vita.

L’evento fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla presentazione di testi di recente uscita ed inerenti la psicologia e la psicoterapia.


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Il numero di posti è limitato.

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Antonio Onofri

Cecilia La Rosa

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I Pionieri: Horowitz e gli Stati Mentali

Citazione Consigliata: Tages Onlus (2017). I Pionieri: Horowitz e gli Stati Mentali [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/05/03/i-pionieri-horowitz-e-gli-stati-mentali/

 

Con questo post inauguriamo una nuova rubrica, ovvero “I Pionieri” della moderna psicologia e psicoterapia. L’obiettivo è quello di ricordare (e contestualmente tributare un omaggio ad) alcuni pensatori che, nel corso della breve storia della psicologia, hanno introdotto concetti o punti di vista che hanno plasmato molte successive scoperte e teorizzazioni. Nel far questo vorremmo in particolare dar voce a due tipologie di pionieri: quelli troppo spesso dimenticati e quelli troppo spesso dati per scontati. Nella prima categoria possiamo inserire tutti quegli autori le cui opere sono state sovente razziate e raramente citate. Nella seconda possiamo invece collocare quegli autori che molti citano e forse in pochi hanno realmente letto.

Un caso emblematico di quest’ultima categoria è sicuramente lo psichiatra americano Mardi J. Horowitz o meglio la sua formulazione del costrutto di “states of mind“, ovvero di stati della mente (Horowitz, 1979). Riteniamo infatti di non esser stati i soli ad utilizzare il concetto di stati della mente citando il noto libro di Horowitz, senza però aver ben chiaro di cosa realmente tratti o, per dirla tutta, senza averlo mai sfogliato! Queste tre parole ricorrono infatti in testi diversi e in differenti approcci. Indubbiamente Horowitz non fu il primo a coniugare l’espressione “states of mind”  e quando oggi ne parliamo non seguiamo pedissequamente il suo lavoro. Certo è che se guardiamo all’evoluzione della psicoterapia psicodinamica, della psicoterapia cognitivo-comportamentale, della moderna nosografia e psicopatologia non possiamo non riconoscere un continuo ricorrere del libro in questione.

Alla fine degli anni 50′ Mardi J. Horowitz si specializza in psichiatria avvincendosi alle teorie psicodinamiche che gli appaiono come un modo per capire la vita di ogni giorno (Horowitz, 1988, p. 3). In tutti i suoi studi e in tutte le sue teorie ritiene infatti di dover perseguire un approccio pragmatico volto ad aiutare da un lato il clinico nella comprensione sistematica del suo lavoro (Horowitz, 1979, pp. vii-xi), dall’altro il paziente nel dar senso alla sua vita e nel gestire i problemi che possono presentarsi (Yalom & Aponte, 2009). Un’altra componente che riteniamo sia utile a comprendere il successo di questo pioniere è sicuramente l’apertura ed onestà intellettuale nel mettere a verifica le sue ipotesi e confrontarsi con approcci diversi da quello suo di elezione (Horowitz, 1998). La formulazione del costrutto di “states of mind” si realizza infatti all’interno di un cinquantennale programma di ricerca sullo stress e sul disturdo post-traumatico da stress che anno dopo anno e decade dopo decade si è sempre più arricchito integrando dimensoni psicodinamiche, neuro-endocrine, cognitive, interpersonali (Horowitz, 2011). A partire dai primi studi negli 60′ sui pensieri intrusivi e gli stati di stress, sino alle ricerche negli anni 80′ sulle correlazioni tra stress, schemi mentali e personalità e quelle negli anni 90′ sullo sviluppo post-traumatico.

“States of Mind. Analysis of Change in Psychotherapy” (Horowitz, 1979) è un manuale pratico per la concettualizzazione, l’impostazione e la gestione di un percorso psicoterapeutico. La praticità del modello è data da alcuni framework evidenti sin dalla prefazione: (i) un approccio che oggi chiameremo transdiagnostico per il suo bypassare ogni nosografia standard; (ii) una sistematizzazione dei costrutti e dei processi utili a comprendere e favorire i cambiamenti in psicoterapia; (iii) una proceduralizzazione dell’intervento al contempo flessibile e strutturata. Sebbene si consideri una definizione standard di stati mentali come “un pattern ricorrente di esperienza e di comportamento che è sia verbale sia non verbale” (Horowitz, 1979, p. 31), pagina dopo pagina emerge una caratterizzazione operativa che integra fonti diverse e definisce un modello innovativo (la cosiddetta “configurational analysis“).

Ma torniamo agli stati mentali. In termini processuali questi si caratterizzano da un lato per essere sufficientemente stabili nel tempo definendo una specifica “immagine di sè ed un modello interno delle relazioni con gli altri” (Horowitz, 1979, p. 1) e dall’altro per la loro dinamicità che impone al clinico di comprendere come “questi si attivino e come mutino in altri stati” (Horowitz, 1979, p. 42). Cercando così di comprende in maniera pragmatica e sistematica cosa sia un singolo stato mentale con cui paziente e terapeuta di volta in volta si confrontano, Horowitz giunge alla definizione del suo metodo di concettualizzazione. Dove “stati, relazioni di ruolo e processazione dell’informazione sono il focus dell’analisi configurazionale e vengono ripetutamente passati in rassegna” (Horowitz, 1979, p.1). Al contempo, per comprendere la dimensione dinamica dell’esperienza, è necessario dettagliare i processi di self-regulation che la persona attua nel fare fronte ai cambiamenti interni ed esterni a sè. “Anche quando il focus è un singolo problema, molte costellazioni tematiche di idee, sentimenti, e strategie di controllo possono essere descritte” (Horowtiz, 1979, p. 76).

Arriviamo quindi alla concettualizzazione di queste complesse costellazioni secondo un modello di facile applicabilità. Al centro si situa una linea che descrive gli stati mentali consecutivi della persona. In parallelo gli schemi di sè e degli altri (ovvero l’immagine di sè e il modello interno delle relazioni con gli altri) sono rappresentati nelle transizioni tra uno stato e l’altro. Similmente si descrivono le transizioni di altre 5 componenti necessarie a dettagliare come la persona processa e fa fronte ai cambiamenti: (i) eventi, azioni, memorie attive; (ii) idee rispondenti; (iii) risposte emotive; (iv) atteggiamento; (v) strategie di controllo. Queste costellazioni permettono quindi di analizzare nel dettaglio gli stati ricorrenti che tendono a costituire dei veri e propri cicli necessari per comprendere la personalità del paziente e la sua sofferenza.

Per una immediata comprensione, il modello di Horowitz è poi strutturato in 10 step attraverso i quali si passano in rassegna le 3 componenti fondamentali (stati mentali, immagine di sè e modelli di relazioni di ruolo) per valutare quel che il paziente porta inizialmente e poi quali cambiamenti avvengono durante la terapia sia in termini di processi che in termini di outcome. Il protocollo di intervento è stato infatti pensato per favorire e promuovere la ricerca in psicoterapia e la valutazione degli esiti nella pratica quotidiana.

Al di là dei contenuti specifici del modello descritto da Horowitz, riteniamo siano evidenti le ricorrenze tra il suo modo di pensare la psicoterapia e gli stati mentali e certe recenti concettualizzazioni in particolare nell’ambito delle teorie della personalità. E sicuramente, grazie all’opera di Horowitz è possibile comprendere l’evoluzione storica di modelli come la Mentalization Based Treatment (Fonagy & Bateman, 2012), l’Interpersonal Cognitive Therapy (Safran & Segal, 1996), la Terapia Metacognitiva Interpersonale (Carcione, Nicolò & Semerari,, 2016), nonchè il modello alternativo di concettualizzazione dei distutbi di personalità presente nel DSM-5 (APA, 2013).

Oltre ai fondamentali studi nel campo dei distrubi post-traumatici, Mardi J. Horowitz ha indubbiamente contribuito a favorire l’emergere di una nuova visione della psicoterapia. Una visione che mira ad integrare le costruzioni personali ed interpersonali e a travalicare i vincoli dati dai cluster diagnostici.

 

 

Lo Staff di Tages Onlus

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Alternative DSM-5 Model for Personality Disorders. In Author, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, pp. 761-782. Washington, DC: Author.

Carcione, A., Nicolò, G. & Semerari, A. (Eds). (2016). Curare i Casi Complessi. La Terapia Metacognitiva Interpersonale dei Disturbi di Personalità. Bari: Laterza.

Fonagy, P., & Bateman, A. (2012). Handbook of Mentalizing in Mental Health Practice. Whasington, DC: American Psychiatric Pubblication.

Horowitz, M.J. (1979). States of Mind. Analysis of Change in Psychotherapy. New York, NY: Plenum Medical Book Company.

Horowitz, M.J. (1988). Introduction to Psychodynamics. A New Synthesis. New York, NY: Basic Books.

Horowitz, M.J. (1998). Cognitive Psychodynamics: From Conflict to Character. New York, NY: Wiley & Son.

Horowitz, M.J. (2011). Stress Response Syndromes: PTSD, Grief, Adjustment, and Dissociative Disorders, Fifth Edition. New York, NY: Jason Aronson.

Safran, J., & Segal, Z.V. (1996). Interpersonal Process in Cognitive Therapy. New York, NY: Jason Aronson.

Yalom, V., & Aponte, R. (2009). Mardi Horowitz on Psychotherapy Research and Happiness. Psychotherapy.net. Retrieved from: https://www.psychotherapy.net/interview/mardi-horowitz

 

I Nostri Reportage: Incontro con Simone Cheli

Citazione Consigliata: Di Natale, S. (2017). I Nostri Reportage: Incontro con Simone Cheli [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/05/02/i-nostri-reportage-incontro-con-simone-cheli/

 

Uno degli errori che possiamo commettere in presenza della parola cancro è assumere un atteggiamento di non interesse per questa tematica. Il cancro interessa tutti e lo fa con alcuni in modo diretto, con altri colpendo un familiare, un amico, un conoscente o semplicemente una persona cara di qualcuno per noi significativo. Il dott. Cheli, sabato 22 aprile, ha presentato l’uscita dell’attesissimo libro di Linda Carlson e Micheal Speca: “Affrontare il cancro con la Mindfulness. Un programma per far fronte alle terapie e ritrovare il senso della propria vita”(Carlson & Speca, 2017).

L’MBCR (Mindfulness-Based Cancer Recovery) (Carlson et al. 2003) rappresenta una declinazione del primo programma di mindfulness nato presso l’University of Massachusets School of Medicine da Jon Kabat-Zinn: l’MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction (Kabat-Zinn 1990). Gli autori, infatti, hanno riadattato il programma originario, creato inizialmente per far fronte allo stress generato in persone con dolore cronico, per rispondere alle esigenze e alle difficoltà specifiche di chi intraprende un percorso oncologico.

Oggi l’MBCR, grazie al forte interesse scientifico di Linda Carlson e Micheal Speca, vanta più di 20 anni di ricerche, i cui dati di efficacia hanno reso lo stesso programma di mindfulness, applicato a patologie fisiche, quello con più evidenze scientifiche in assoluto (Cheli & Didonna, 2017).

Il dott. Cheli, che da anni svolge la sua attività clinica all’interno del contesto oncologico, ha chiarito il perchè la Mindfulness risulti uno degli interventi più idonei per chi viene travolto dagli effetti fisici e psicologici che una diagnosi di cancro può produrre. Generalmente definita come il “prestare attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, rivolto al momento presente e in modo non giudicante” (Kabat-Zinn 1990) , la Mindfulness si basa su due concetti fondamentali: la mente pensa e si distrae; l’uomo può essere solo consapevole di quando questo accade e ritornare, riportando in modo gentile e non giudicante, la propria attenzione al momento presente. I programmi basati sulla mindfulness sono assimilabili ad un training attentivo, dove l’accettazione per l’esperienza del qui e ora (nelle sue dimensioni del pensare, sentire e percepire a livello sensoriale) incontrano un atteggiamento di apertura e di non giudizio, la cui assenza, il più delle volte, è alla base di una sofferenza aggiuntiva che l’uomo crea di fronte a quelle situazioni che non possono essere modificate, proprio come quelle legate alla diagnosi “Lei, signore/a ha il cancro”. La vita cambia, la mente vaga e torna al momento, al giorno, alle settimane prima che quella frase venisse pronunciata, per poi proiettarsi nel futuro portando con sé paure, ansie, timori.  Come spiegava il dott. Cheli “se sono seduto in una stanza quadrata, le sue pareti diventano inevitabilmente il mio confine, quel dato di realtà che non posso cambiare, modificare. Non posso abbattere un muro portante solo perché vorrei che la stanza del mio studio fosse più grande; quello che posso fare si limita alle possibilità che sono iscritte all’interno di quella stanza (cambiare i mobili, spostare le sedie ecc.)”. Il cancro sembra assumere le caratteristiche di quelle mura per una persona: negarlo, rimuginarci su, ruminare su quello che si poteva fare per diagnosticarlo prima, distrarsi evitandolo non modificherà di certo il fatto che è presente, anzi sarà causa di quella sofferenza che, nell’ambito della Mindfulness, viene definita sofferenza secondaria.

E allora l’unica cosa che sembra utile in termini di stress è imparare a stare con ciò, che in questo momento, sembrano essere i nostri vincoli immodificabili e gestire consapevolmente i sintomi correlati al cancro (perdita dei capelli, cambiamenti nell’immagine di sé e nell’identità, sonno e stanchezza, dolore e nausea) e gli effetti collaterali dei suoi trattamenti.

Il programma MBCR affianca dunque una parte psicoeducativa propria della condizione oncologica con una parte esperenziale (meditazioni formali e informali), in un contesto di gruppo (possibilmente rispettando l’omogeneità delle caratteristiche dei partecipanti: esempio stessa fase del trattamento ecc…) che ne rappresenta la forza e la risorsa.

Concludo questo reportage con le parole e l’incoraggiamento degli autori Carlson e Speca, che ringraziamo come Tages Onlus per la gentilezza, l’umanità e l’estrema professionalità che li contraddistingue.

Guarda il video degli autori:

 

 

Dott.ssa Sefora Di Natale

Psicologa

Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana N° 7004

 

 

Bibliografia

Carlson L.E., Speca M., Patel K.D., & Goodey E. (2003). Mindfulness-based stress reduction in relation to quality of life, mood, symptoms of stress, and immune parameter in breast and prostate cancer outpatients. Psychosomatic Medicine 65, 4, 571-81.

Carlson e L.E. & Speca M. (2017). Affrontare il cancro con la mindfulness. Un programma per far fronte alle terapie e ritrovare il senso della propria vita. Giovanni Fioriti Editore, Roma.

Cheli, S. & Didonna, F. (2017). Introduzione all’edizione italiana. In L.E. Carlson & M. Speca M., Affrontare il cancro con la mindfulness. Un programma per far fronte alle terapie e ritrovare il senso della propria vita, pp. xi-xiii. Giovanni Fioriti Editore, Roma.

Kabat-Zinn, J. (1990) Full catastrophe living: Using the wisdom of your body and mind to face stress, pain and illness. Dell, New York. Trad. it (2002).Vivere momeno per momento. Corbaccio, Milano.