Johatsu svanire senza lasciare traccia YOLO economy

Jōhatsu: svanire senza lasciar traccia

Citazione Consigliata: Cheli, S. (2022). “Jōhatsu: svanire senza lasciar traccia” [Blog Post]. Retrieved from:  https://www.tagesonlus.org/2022/07/11/johatsu-scomparire-senza-lasciar-traccia-di-se/

READ MORE

ro dbt, ro-dbt, dbt, radically open DBT, CBT, mancini, cavalletti, cheli, lynch, webinar, ECM

Webinar “Radically Open DBT”

WORKSHOP INTRODUTTIVO UFFICIALE

“ RO DBT : RADICALLY OPEN DBT ”

PRIMO TRAINING ITALIANO CON THOMAS LYNCH

* Webinar in diretta *

 

 

CHE COS’È LA RADICALLY OPEN DBT:

La RO DBT è un trattamento evidence-based specifico per i problemi di ipercontrollo. Alla base di questo approccio vi è l’idea di apertura radicale (Radical Openness) che è la principale abilità perseguita attraverso questo trattamento (Cavalletti & Mancini, 2019). L’autocontrollo, ovvero l’abilità di inibire tendenze, impulsi o comportamenti, è una qualità ritenuta di grande valore nella maggior parte delle società umane. Tuttavia, un eccesso di autocontrollo può sfociare in isolamento sociale, funzionamento interpersonale distaccato, perfezionismo maladattivo, espressività emotiva inibita, e in disturbi psicologici di difficile trattamento, come l’anoressia nervosa, il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità e la depressione resistente. Scopo di questo workshop è introdurre i fondamenti teorici e le skills che caratterizzano la Radically Open Dialectical Behavior Therapy (RO DBT). Verrà presentata una nuova tesi che collega le funzioni comunicative dell’espressione emozionale alla formazione di legami sociali intimi, così come nuove abilità incentrate sulla ricettività, la conoscenza di sé e la responsività flessibile. Con l’ausilio di slide, schede, video e role-playing, verranno insegnati nuovi strumenti di assessment e intervento.

 

GLI OBIETTIVI FORMATIVI:

Al termine della giornata di training, i partecipanti saranno in grado di conoscere:
1) Una nuova teoria biosociale dell’ipercontrollo
2) Un nuovo trattamento basato su espressività aperta, fiducia e connessione sociale
3) Le nuove strategie RO DBT volte a promuovere un’attitudine alla conoscenza di sé e alla flessibilità
4) I quattro deficit nucleari nell’ipercontrollo
5) La struttura del trattamento RO DBT
6) La gerarchia del trattamento RO DBT
7) Gli stili comunicativi indiretti più comuni nell’ipercontrollo

 

IL CONDUTTORE:

Il Prof. Thomas R. Lynch è l’ideatore della Radically Open-Dialectical Behavior Therapy (RO DBT). Ricopre la carica di Professore Emerito presso la School of Psychology della University of Southampton, e in precedenza è stato Direttore del Duke Cognitive Behavioral Research and Treatment Program presso la Duke University. I suoi studi di rilevanza internazionale sono stati finanziati da alcuni tra i maggiori enti sanitari mondiali, come il National Institute of Health (NIH, USA) e il Medical Research Council (MRC, UK), e hanno ricevuto premi e riconoscimenti da prestigiose istituzioni, come la National Alliance for Research on Schizophrenia and Depression (NARSAD), e l’American Foundation for Suicide Prevention (AFSP).

 

 

IL WORKSHOP:

Il corso rappresenta il “Workshop Introduttivo” ufficiale previsto per la formazione in RO DBT. Si svolgerà sabato 17 ottobre 2020, dalle ore 10 alle ore 18.30, in modalità WEBINAR (seminario online in diretta). È previsto l’accreditamento ECM (9 crediti) e verrà effettuata la traduzione consecutiva dall’inglese all’italiano.

 

LE ISCRIZIONI:

Le iscrizioni sono aperte a psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, neuropsichiatri. La quota di partecipazione è di euro 200 (iva esente). Per iscriversi è necessario:

  1. compilare il form online: https://forms.gle/xks3C75PQ7N8PYKy9
  2. procedere al pagamento della quota tramite bonifico bancario (le specifiche per effettuare il pagamento sono consultabili cliccando sul link del form)
  3. la procedura di iscrizione si considera completata e confermata solo dopo aver compilato il format ed aver inviato copia del bonifico effettuato all’indirizzo email: formazione@tagesonlus.org
    Il corso verrà attivato al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti; in caso di disdetta da parte della Segreteria Organizzativa gli iscritti verranno rimborsati dell’intera quota di iscrizione. Il rimborso della quota non è previsto in caso di disdetta da parte dei partecipanti.

 

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:

Dott.ssa Francesca Righi e Dott.ssa Cecilia Trevisani (formazione@tagesonlus.org)

 

SEGRETERIA SCIENTIFICA:

Prof. Francesco Mancini (Responsabile scientifico), Dott.ssa Veronica Cavalletti, Dott.ssa Elena Prunetti e Dott. Simone Cheli

 

PROVIDER ECM:

SPC s.r.l. – Provider ECM Standard ID 3958 – Viale Castro Pretorio, 116 – Roma. Website: www.apc.it

 

 

Per scaricare la brochure in PDF (ITA): Locandina RO DBT
Per saperne di più sulla RO DBT (ITA): Articolo su State of Mind
Per consultare il portale della RO DBT (ENGL): radicallyopen.net
Per consultare la pagina web di APC/SPC: Consulta la pagina del corso

 

CLICK HERE TO VISIT THE ENGLISH WEBSITE AND DOWNLOAD THE ENGLISH BROCHURE

 

Spazio al papà!

Citazione consigliata: Franchi, E. (2019). “Spazio al papà!” [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2019/03/19/spazio-al-papà

READ MORE

I Nostri Reportage: Incontro con Nicola Petrocchi

Citazione Consigliata: Cheli, S. (2017). I Nostri Reportage: Incontro con Nicola Petrocchi [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/11/14/i-nostri-reportage-incontro-con-nicola-petrocchi/

 

Ad uno sguardo distratto e poco informato una terapia focalizzata sulla compassione può risultare cosa di poco conto o quantomeno a rischio di banalità. Altro pregiudizio a cui un lettore prevenuto potrebbe indulgere è quello di un modello interessato a compiacere l’altro senza quindi basarsi su solide basi cliniche e sperimentali. Devo ammettere che anche chi scrive si è approcciato alla Compassion Focused Therapy (CFS) con molti preconcetti e poche speranze. La prima volta che ebbi l’occasione di ascoltare Paul Gilbert, lo sviluppatore della CFS, mantenni tali pregiudizi fino alla conclusione del suo primo blocco di slide in cui rimarcava l’universalità del concetto di compassion nell’esperienza umana e non solo. Dopo questa introduzione infatti, Gilbert ripercorse i fondamenti neurobiologici e clinici del suo approccio, approfonditi e sperimentati per oltre 30 anni. Ed io compresi di dover e voler aggiornarmi su un nuovo ambito di studio a partire da “La Terapia Focalizzata sulla Compassione. Caratteristiche Distintive” (Gilbert, 2012), la cui edizione italiana è stata curata e tradotta da Nicola Petrocchi.

La storia professionale di Gilbert è forse meglio comprensibile situandola in un’area prevalente di intervento e in un contesto teorico di riferimento: rispettivamente la depressione e la psicologia evoluzionistica. Già nella prima metà degli anni ’80 esce la sua prima formulazione teorica basata su un assunto paradossale: se la depressione è così diffusa a prescindere dai contesti socio-culturali e dalle ere, non possiamo non chiederci come e perchè si sia evoluta, ma soprattutto non possiamo non assumere che si sviluppi attraverso un pattern psicobiologico di risposta con un suo fondamento evoluzionistico e quindi un vantaggio evolutivo (Gilbert, 1984). A partire da questa affermazione e dalla successiva elaborazione possiamo infine comprendere la CFT.

Da un punto vista evoluzionistico la depressione sembra evidenziare un pattern di sviluppo e mantenimento fortemente connotato da una dimensione sociale e relazionale: (i) in termini etologici si caratterizza per comportamenti remissimi; (ii) separazione e perdita sono due tra le cause più comuni; (iii) un tono dell’umore basso ha il vantaggio di segnalare sottomissione ed helplessness ad individui dominanti e potenziali caregiver; (iv) una sconfitta in un confronto sociale o la perdita di rango produce una riduzione nei livelli di serotonina associati a loro volta alla patologia depressiva (Brüne, 2016, pp. 183-194). Quello che sembra emergere è quindi che la depressione e le sue sequele comportamentali, emotive, cognitive ed interpersonali, entro un certo livello, possano offrire un vantaggio adattativo in una specie fortemente connotata da una elevatissima complessità sociale.

E su queste basi Gilbert ha sviluppato un modello ancorato su evidenze cliniche e sperimentali che presuppongono che gli umani abbiano evoluto degli specifici sistemi cerebrali che permettono di percepire un senso di sicurezza, rassicurazione e sollievo e che tutto questo è connesso con l’essere oggetto di cure ed affetto (Gilbert, 1992). Così la CFT si evolve come un modello clinico basato su quei meccanismi emotivi, cognitivi ed interpersonali connessi alla compassione genericamente intesa come “una profonda consapevolezza della propria ed altrui sofferenza, conessa con il desiderio ed il tentativo di alleviarla” (Gilbert, 2009, p. 3).

Durante la presentazione tenutasi a Tages Onlus, Nicola Petrocchi ha chiaramente delineato questo cammino personale e professionale di Paul Gilbert con il quale si è formato e collabora, al punto da aver fondato la sezione italiana della Fondazione Compassion Mind. La relazione ha inoltre permesso di comprendere concretamente, al di là degli assunti teorici e delle evidenze scientiche, come la CFT rappresenti un coerente modello di inquadramento e trattamento della psicopatologia. Gli interventi proposti offrono un interessante piano di intervento clinico che possiamo ricondurre agli approcci della cosiddetta Terza Onda della CBT e a quelle caratteristiche transdiagnostiche, contestualistiche e relazionali che definiscono modelli affini alla CFT stessa (Hayes, 2004). Gilbert ha infatti sviluppato un insieme di metodi terapeutici e di concettualizzazione della sofferenza umana che, senza dimenticare i gold-standard della CBT, mostrano la loro efficiacia in una cornice originale ed innovativa di acceptance e mindfulness che Petrocchi ha ben rimarcato tramite  alcuni esercizi esperienziali.

Sempre ricordandosi come “queste tecniche cognitive e mindful non servono semplicemente ad esplorare delle evidenze alternative, ma a divenire più consapevoli dei nostri stessi processi di mentalizzazione” (Liotti & Gilbert, 2011, p. 21).

 

Simone Cheli

Presidente Tages Onlus

 

Bibliografia

Brüne, M. (2016). Textbook of Evolutionary Psychiatry and Psychosomatic Medicine The Origins of Psychopathology. Second Edition. Oxford: Oxford University Press.

Gilbert, P. (1984). Depression: From Psychology to Brain State. London: Lawrence Erlbaum.

Gilbert, P. (1992). Human Nature and Suffering. London: Lawrence Erlbaum.

Gilbert, P. (2009). The Compassionate Mind. London: Robinson.

Gilbert, P. (2012). La Terapia Focalizzata sulla Compassione. Caratteristiche Distintive. Milano: Franco Angeli.

Hayes, S. C. (2004). Acceptance and Commitment Therapy and the New Behavior Therapies: Mindfulness, Acceptance and Relationship. In S. C. Hayes, V. M. Folette, & M. M. Linehan (Eds.), Mindfulness and Acceptance. Expanding the Cognitive Behavioral Tradition (pp.1-29). New York: The Guildford Press.

Liotti, G., & Gilbert, P. (2011). Mentalizing, Motivation, and Social Mentalities: Theoretical Considerations and Implications for Psychotherapy. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 84: 9–25.

La relazione tra self-compassion, dipendenza interpersonale e depressione

Citazione consigliata: Cavalletti, V. (2017). Research news: la relazione tra self-compassion, dipendenza interpersonale e depressione [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/11/14/selfcompassion-depressione-dipendenza

I risultati di un recente studio mettono in luce il ruolo della self-compassion e della dipendenza interpersonale in relazione alla depressione, utilizzando un campione di studenti di college americani

READ MORE