Jōhatsu: svanire senza lasciar traccia
Citazione Consigliata: Cheli, S. (2022). “Jōhatsu: svanire senza lasciar traccia” [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2022/07/11/johatsu-scomparire-senza-lasciar-traccia-di-se/
Ora che le vacanze si avvicinano e tutti noi sentiamo il bisogno di lasciar andare gli usuali impegni e per un po’ perderci tra spiagge, colline e montagne, forse possiamo meglio capire un fenomeno che in Giappone denominano jōhatsu.
Questa parola (蒸発, jōhatsu) significa letteralmente “vaporizzarsi” e si riferisce all’idea di scomparire senza lasciar traccia di sé. Per quanto numerose siano le persone che ogni anno scompaiono in molti paesi occidentali e non solo, la cultura giapponese ha in qualche modo dato una connotazione specifica al fenomeno. Una connotazione in cui si intreccia una visione sociale di taboo rispetto al tema e una personale di scelta volontaria e desiderata nello scomparire (Hincks, 2017).
Perché si parla di jōhatsu sin dagli anni 60’, ma in un paese in cui non esiste un vero e proprio registro delle persone scomparse e il codice culturale ed etico vigente vede in una simile scelta qualcosa di profondamente dissonante al punto di non poterne parlare (Mauger & Remael, 2016). E così, questa sorta di desiderio inenarrabile sembra essere cresciuto negli anni sino al punto di far fiorire società (assai discrete e riservate) che hanno come unico scopo commerciale quello di aiutare le persone a svanire senza lasciare traccia (Lufkin, 2020). La stessa cultura che impone un silenzio sul tema della fuga da essa, fa proliferare efficienti compagnie che aiutano sia persone in fuga da qualcosa (es. stalking) sia persone alla ricerca di qualcosa (es. una nuova vita).
Dobbiamo infatti ricordarci come tutti gli studi sugli autodescrittori di personalità evidenzino una specificità delle culture orientali come quella giapponese (Robson, 2017): quando si chiede ad una persona chi sia, nelle prime risposte parlerà della sua società, famiglia, quartiere, a differenza di noi occidentali perennemente e prontamente incentrati sull’ io sono. E quindi le società orientali non si aspettano (o non vorrebbero) una defezione da parte dei suoi membri!
Questa differenza culturale ci aiuta forse a capire certe prospettive assai diverse nel parlare di fuga dalla società. Per noi occidentali assume spesso un tono romantico, sognante, con accenti desiderabili condivisi da molti. Basti pensare al mito romantico nato dalla fuga di Arthur Rimbaud dopo il litigio con Verlaine. Il colpo di pistola (non sapremo mai se partito accidentalmente o no), darà il via al peregrinare di Rimbaud nel continente africano e non solo (Zaghi, 1993). O pensiamo più modernamente ai film che hanno reso famoso Gabriele Salvatorres: la cosiddetta trilogia della fuga comprendente Marrakech Express, Mediterraneo e Puerto Escondido. I vari narratori ci avvincono con quell’idea di lasciarsi tutto alle spalle. E non vi è nessun chiaro taboo nel parlarne.
In Giappone invece, il contrasto tra quello che la società vorrebbe e quel che i cittadini desiderano sembra più acuito, più gravoso. Gli studiosi hanno addirittura coniato costrutti nuovi per descrivere questa sofferenza delle nuove generazioni, come il ritiro sociale grave (hikikomori) alla cui origine troviamo una forma definita modern-type di depressione che colpisce i giovani e il loro sentirsi altro dalla società dei padri (Kato, 2021).
Conviene forse riflettere su queste differenze per contenere la tendenza ad esorcizzare, sminuire se non denigrare la sofferenza delle nuove generazioni occidentali (Cheli, 2022). Anche in Europa e USA sono sempre più accessi i dibatti sulla cosiddetta YOLO economy (lett. You Life Only Once) che ci ricorda come viviamo davvero una sola volta e l’aderenza a certi paradigmi culturali e professionali non porta necessariamente al benessere (Roose, 2021). O meglio, in una società caratterizzata da continue crisi globali e costante disinteresse da parte delle generazioni passate sui destini di quelle future, il pensar di voler svanire senza lasciar traccia rischia di essere una tra le opzioni più ambite.
Da clinico, credo che gli interventi psicoeducativi e psicoterapeutici rivolti ad adolescenti e giovani adulti debbano essere sempre più orientati a comprendere questo gap generazionale e l’impatto che rischia di avere, non solo in termini di sofferenza psicologica, ma anche di alleanza terapeutica. È difficile che io mi affidi a qualcuno che nel comportamento in seduta o fuori mostra valori e convinzioni esattamente affini a quelli che percepisco come per me fonte di sofferenza. Forse recuperare un tocco romantico nel pensare a certe fughe può davvero aiutarci!
“Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l’andatura di cappa (il fiocco a collo e la barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all’orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l’illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione.”
Henri Laborit
Bibliografia
Cheli, S. (2022). Il Senso di Tragedia nella Generazione Z. Tages Onlus Blog. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2022/02/26/generazione-z/
Hincks, J. (2017). Do Stressed-Out Japanese Really Stage Elaborate Disappearances? On the Trail of the Johatsu or ‘Evaporated People’. Time. Retrieved from: https://time.com/4646293/japan-missing-people-johatsu-evaporated/
Kato, T. A. (2021). Facing and treating hikikomori (pathological social withdrawal). Quaderni Di Psicoterapia Cognitiva – Open Access, (48). https://doi.org/10.3280/qpc48-2021oa12137
Laborit, H. (1982). Elogio della fuga. Mondadori.
Lufkin, B. (2020). The companies that help people vanish. BBC. Retrieved from: https://www.bbc.com/worklife/article/20200903-the-companies-that-help-people-vanish
Mauger, L., & Remael, S. (2016). The Vanished: The “Evaporated People” of Japan in Stories and Photographs. Skyhorse.
Robson, D. (2017). Psychologists are uncovering the surprising influence of geography on our reasoning, behaviour, and sense of self. BBC. Retrieved from: https://www.bbc.com/future/article/20170118-how-east-and-west-think-in-profoundly-different-ways
Roose, K. (2021). Welcome to the YOLO economy. New York Times. Retrieved from: https://www.nytimes.com/2021/04/21/technology/welcome-to-the-yolo-economy.html
Zaghi, C. (1993). Rimbaud in Africa. Guida Editori.
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