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Quando sognare a occhi aperti diventa una trappola: il “maladaptive daydreaming”

Citazione Consigliata: Giglioli, M. (2022). “Quando sognare a occhi aperti diventa una trappola: il “maladaptive daydreaming” [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2022/11/02/daydreaming

Sognare ad occhi aperti e vagare con la mente è un’attività normale e molto diffusa che stimola l’uomo e può avere benefici. Se però questo fantasticare assorbe la maggior parte del tempo ed ha un’intensità elevata può divenire una condizione molto invalidante per l’individuo, che viene definita Maladaptive Daydreaming (MD).

Questo disturbo, la cui traduzione letterale è “sognare ad occhi aperti disadattivo”, è stato descritto per la prima volta da Emily Somer che lo definisce “un’estesa attività della fantasia che sostituisce l’interazione umana e/o interferisce con il funzionamento scolastico, interpersonale o professionale” (Somer, 2002).

Tale attività non si limita quindi al fantasticare ma interferisce con il normale funzionamento quotidiano dell’individuo. La Sindrome del Maladaptive daydreaming (MD) porta il soggetto a immergersi per molto tempo in fantasie con specifiche trame strutturate e personaggi, come se fosse in un film. Le lunghe ore passate a sognare ad occhi aperti e la percezione di mancanza di controllo su questa attività causano malessere e sofferenza alle persone che ne soffrono, con conseguenze dannose in vari ambiti della vita, tra cui le relazioni ed il lavoro.

Negli ultimi anni è stato rilevato quanto questo fenomeno sia diffuso, anche se poco conosciuto. Per questo motivo si sono creati blog e pagine su internet di persone che si riconoscono in questa sintomatologia e decidono di condividere le loro esperienze, in passato spesso minimizzate o attribuite ad altri disturbi, risultati essere secondari al maladaptive daydreaming.
Questi individui di definiscono Maladaptive DayDreamers (MDers) e riferiscono la presenza di caratteristiche che li accomunano. I MDers affermano di non confondere mai la fantasia con la realtà ma di aver bisogno di aiuto rispetto alle strategie da utilizzare per fermarsi, poiché non riescono a non ingaggiarsi in questi sogni ad occhi aperti, come se fosse una dipendenza (Bigelsen et al., 2016).


Un recente studio (Somer. E et al., 2020) ha indagato l’impatto del Covid-19 sul Maladaptive Daydreaming e ha rilevato un’intensificazione del fenomeno, sia in termini di tempo trascorso nella fantasia che nella vividezza e intensità dei sogni. Durante il lockdown le persone hanno riferito un maggior bisogno di immergersi nei sogni per fronteggiare l’isolamento e una maggiore difficoltà nel riuscire ad uscirne.

NORMALITÀ O PATOLOGIA: DOV’É IL CONFINE?

Sognare ad occhi aperti e fantasticare è un’attività normale, diffusa e stimolante, che può avere molti benefici ed essere adattivo poiché ti permette di sperimentare, anche se nella propria mente, soluzioni alternative o pianificare progetti futuri. Può stimolare la creatività e alleviare alcune emozioni come la noia.

Vi è però una differenza marcata tra il sogno ad occhi aperti “normale” e il Maladaptive Daydreaming, in termini di qualità, contenuto, durata,controllabilità, angoscia e interferenza con il funzionamento nella vita quotidiana (Bigelsen, M. Lehrfeld, Jopp, Somer, 2016).


I MDers possono trascorrere numerose ore, fino al 56% del tempo che passano svegli, completamente assorbiti in fantasie vivide e altamente strutturate, con specifiche trame e personaggi, sperimentando un elevato senso di presenza nel sogno ad occhi aperti ed emozioni forti (Somer at. All. 2016) e mettendo in atto movimenti stereotipati, come oscillare o camminare, per aumentare il loro assorbimento nella fantasia (Bigelsen, J., and Schupak, C. (2011).

Ad innescare tali processi sono dei trigger (stimoli) specifici, quali suoni, musica o tv e sono accompagnati da espressioni facciali connesse alle emozioni sperimentate all’interno del sogno. Gli scenari possono essere in prima o terza persona e spesso riguardano tematiche compensatorie come fantasie di supporto emotivo o rappresentazioni idealizzate del sé (Shimmenti, Somer, Regis, 2019).

Le persone affermano di riuscire a ridurre il daydreaming quando è necessario, se esistono obblighi esterni o sono in pubblico, ma sentono il bisogno e l’urgenza di farlo in altre circostanze, quando sono sole. Alcuni Mders riportano infatti un forte bisogno e desiderio di immergersi nel daydreaming al risveglio la mattina o di ritornare a farlo dopo essere stati interrotti da eventi o stimoli dell’ambiente circostante (Bigelsen J. et al., 2016).

Diversamente dal DayDreaming immersivo “non patologico”, i Mders si sentono in una costante lotta volta a contrastare il loro desiderio e la loro tendenza ad immergersi nel sogno ad occhi aperti. Queste caratteristiche sintomatologiche e i pattern di risposta degli individui mostrano delle similarità con quelli osservati nei comportamenti di dipendenza.

Il Maladaptive Daydreaming inizia come un’esperienza gratificante e confortante ma si trasforma in un’attività mentale dannosa e disfunzionale, che accresce la sofferenza dell’individuo attraverso tre fattori:

  • difficoltà a controllare il bisogno o il desiderio di fantasticare
  • preoccupazione per la quantità di tempo speso a fantasticare e per le risorse impiegate, a discapito di bisogni individuali, relazionali e obiettivi di vita reali
  • intenso imbarazzo e vergogna relativi al fantasticare, con conseguenti sforzi per mantenere nascosto questo comportamento.

Le persone che soffrono di maladaptive daydreaming sono all’interno di un circolo vizioso: utilizzano il sogno ad occhi aperti per cercare conforto e uscire dallo stress, dal senso di solitudine e dalle difficoltà emotive e relazionali, ma l’essere immersi nell’MD causa loro un incremento dell’angoscia, dell’isolamento e provoca danni sia nelle relazioni, che nel lavoro e in altri aspetti della vita. Le persone, nel tentativo di alleviare e contrastare questa ulteriore sofferenza, sono quindi spinte ad incrementare e cercare di nuovo conforto nell’MD, alimentando questo circolo vizioso e il loro malessere (E. Somer, 2018).

MALADAPTIVE DAYDREAMING E CARATTERISTICHE PERSONOLOGICHE

Se è vero che le caratteristiche descritte precedentemente sono comuni a tutti i MDers, esistono però differenze nelle tematiche e nella funzione che svolge il MD, che sembra assumere un ruolo compensatorio nella regolazione dei bisogni insoddisfatti.
In un recente lavoro (Brenner R., Somer E., Abu Rayya M, 2022) gli autori hanno ipotizzato che individui con elevato MD tenderebbero ad affrontare i bisogni emotivi insoddisfatti ingaggiandosi in fantasie e sogni ad occhi aperti compensatori specifici in relazione alle caratteristiche di personalità.
Nello specifico sono emerse tre aspetti personologici principali negli MDers, associati a tematiche del sogno ricorrenti:

  • Grandiosità: le persone che riportavano questo aspetto riferivano contenuti dei sogni ad occhi aperti di un sé idealizzato, con fantasie di potere, autorealizzazione e affermazione personale
  • Insicurezza e ansia da separazione: le persone con questo aspetto riferivano fantasie centrate sulla relazione con l’altro, spesso idealizzata, stabile e amorevole in cui hanno ricevuto un’attenzione maggiore a causa di malattie, vulnerabilità o bisogni
  • Anedonia: persone che riferiscono tratti anedonici e di mancanza di piacere e energia, si rifugiano in fantasie per distrarsi dalla realtà spiacevole e vivere situazioni gratificanti

Dott.ssa Martina Giglioli

PSICOLOGA

Bibliografia

Bigelsen J, Lehrfeld JM, Jopp DS, Somer E. (2016) Maladaptive daydreaming: Evidence for an under-researched mental health disorder. Conscious Cogn. May;42:254-266.

Bigelsen, J., and Schupak, C. (2011). Compulsive fantasy: proposed evidence of an under-reported syndrome through a systematic study of 90 self-identified non-normative fantasizers. Conscious. Cogn. 20, 1634–1648. doi: 10.1016/j.concog.2011.08.013

Brenner R., Somer E., Hisham M. Abu-Rayya, (2022). Personality traits and maladaptive daydreaming: Fantasy functions and themes in a multi-country sample, Personality and Individual Differences,Volume 184

Greene, T., West M., Somer E. (2020). Maladaptive daydreaming and emotional regulation difficulties: a network analysis. Psychiatry Research 285, 11, 2799

Schimmenti A., Somer E., Regis M., (2019) Maladaptive daydreaming: Towards a nosological definition,Annales Médico-psychologiques, revue psychiatrique,Volume 177, Issue 9,2019,Pages 865-874
Somer E, Abu-Rayya HM, Schimmenti A, Metin B, Brenner R, Ferrante E, Göçmen B, Marino A. (2020). Heightened Levels of Maladaptive Daydreaming Are Associated With COVID-19 Lockdown, Pre-existing Psychiatric Diagnoses, and Intensified Psychological Dysfunctions: A Multi-country Study. Front Psychiatry. Nov 2;11:587455.

Somer E. (2018) Maladaptive daydreaming: ontological analysis, treatment rationale; a pilot case report, Front Psychother Trauma Dissociation 1 1–22

Somer, E. (2002). Maladaptive Daydreaming: A Qualitative Inquiry. Journal of ContemporaryPsychotherapy, 32 (2-3): 197–212.

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