Spazio al papà!

Citazione consigliata: Franchi, E. (2019). “Spazio al papà!” [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2019/03/19/spazio-al-papà

 

Nella creazione di un nuovo nucleo familiare spesso lo sguardo dei clinici, e non solo, si concentra sulla figura della donna e della sua gravidanza. La produzione di dati scientifici e di letteratura procede con l’obiettivo di comprendere e promuovere un adeguato sostegno alla mamma e le condizioni migliori per salvaguardare la sua salute e la relazione con il suo bambino.

Ma l’uomo come vive il suo diventare papà?

Diventare genitore è un percorso in continua evoluzione e assestamento verso un nuovo equilibrio per il singolo, la coppia e la nuova famiglia.

La genitorialità si sviluppa all’interno di un insieme di dimensioni intrinsecamente connesse: la storia familiare di entrambi i partner, le relazioni affettive presenti e passate e il contesto di vita.

Alla nascita di un figlio, i genitori iniziano a confrontarsi con il proprio ruolo e la spinta all’accudimento.

Gli equilibri dunque cambiano e il genitore sperimenta la propria flessibilità e la capacità di adattarsi ad un nuovo stile di vita in cui qualcosa del vecchio viene a perdersi per fare entrare qualcosa di nuovo.

Ciò che si modifica è anche la dinamica di coppia: da una parte il papà non sente più l’esclusività e la centralità che aveva nel rapporto con la partner, dall’altra il papà diventa colui che protegge e salvaguarda la diade mamma-bambino.

Con l’occasione della giornata dei papà introduciamo un articolo molto interessante che parla delle problematiche emotive nelle quali i papà possono imbattersi e come queste abbiano un impatto sul proprio sistema familiare.

L’articolo presentato è una revisione della letteratura da parte di Karen-leigh Edward, David Castle e Cally Mills (2014) su un tema molto attuale e che sembra ancora prendere poco spazio nella realtà clinica odierna: la salute mentale dei padri nel periodo pre e postnatale.

Questa revisione si concentra in particolar modo sulla Depressione Postnatale nei padri.

Ad oggi infatti, la necessità di identificare, prevenire e curare la depressione delle donne durante la gravidanza e dopo la nascita del loro bambino sono ben descritte e presenti in letteratura, ma ciò che trova meno spazio è la salute dei padri nel periodo di accompagnamento alla nascita del loro bambino e nel periodo postnatale (Ramchandani et al., 2011).

La depressione è comune e colpisce frequentemente madri e padri di bambini piccoli (Ramchandani et al., 2005).

Le crescenti ricerche su quest’area dimostrano che la prevalenza della depressione postnatale nei padri non sia così rara come si pensava negli anni ’90 (Lane et al., 1997) e che ci siano fattori di rischio per lo sviluppo della depressione postnatale nei padri di cui gli operatori sanitari dovrebbero essere consapevoli (Edward, Castle e Mills, 2014).

Quando parliamo di depressione postnatale intendiamo la presenza di diversi sintomi ai quali spesso è difficile, per chi li vive, darne un significato, ma che causano grande sofferenza.

I sintomi in questione sono: tristezza e pianto, mancanza di energie, senso di stanchezza e di fatica nel fare anche cose che erano ritenute piacevoli, perdita di interesse (anche sessuale), alterazione del sonno e dell’appetito, ridotta capacità di concentrazione, difficoltà mnemoniche, senso di irritazione, pensieri pessimisti, sensi di colpa, autosvalutazione, senso di inadeguatezza, abbassamento dell’autostima, ansia e attacchi di panico (Milgrom, Martin, Negri, 2016). La depressione postnatale può presentarsi con la prevalenza di sintomi ansiosi (irritabilità, ipocondria, fobie, pensieri ossessivi e ruminazioni rispetto alla propria inadeguatezza) che possono “mascherare” il quadro depressivo (Milgrom, Martin, Negri, 2016).

Gli studi analizzati da Edward, Castle e Mills (2014) fanno emergere il ruolo di diversi predittori della depressione postnatale nel padre: una storia personale di depressione, sintomi di depressione e di ansia nel periodo prenatale, la depressione della partner, la disoccupazione e problemi finanziari, l’età avanzata, i bassi livelli di soddisfazione coniugale e la scarsa comunicazione, la sensazione di incongruenza tra le aspettative di genitorialità e realtà, la mancanza di sostegno sociale esterno.

Alla luce di ciò che è emerso dalla letteratura, gli autori suggeriscono l’importanza di una valutazione dei padri nel periodo pre e postnatale, in particolar modo se la partner presenta sintomi depressivi, al fine di attivare un appropriato e tempestivo intervento di supporto psicologico. A tal proposito Edward, Castle e Mills (2014) evidenziano l’utilità della Scala di Depressione Postnatale di Edimburgo per lo screening della depressione negli uomini, suggerendone l’utilizzo per quegli individui che avanzano una richiesta di aiuto.

La depressione postnatale influenza negativamente le relazioni con i propri familiari e con il proprio bambino.

Il quadro depressivo è associato a minori attività positive con il proprio bambino come per esempio leggere una storia, cantare canzoni (Paulson et al., 2006), essere curioso e partecipe di ciò che coinvolge il proprio figlio, accogliere e regolare le sue emozioni. Lo stato depressivo descritto fino ad ora ostacola la comprensione e la risposta ai bisogni del proprio bambino influenzandone lo sviluppo cognitivo, emotivo e comportamentale.

Le modalità con cui il genitore si relaziona con il proprio figlio influiranno sullo sviluppo del bambino, il quale andrà a crearsi delle rappresentazioni interne dei propri legami affettivi primari attraverso le quali, poi, organizzerà le proprie esperienze future (Cassidy 1994).

Infatti, come ben espresso da Bowlby (1989), “La caratteristica più importante dell’essere genitore è di fornire una base sicura da cui un bambino possa partire per affacciarsi nel mondo esterno e a cui possa tornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato”.

In conclusione, la presentazione di questo articolo e in particolar modo di questa problematica intende stimolare uno spazio per accrescere la consapevolezza di quello che può essere un comune sentire del padre, fino a dare l’occasione di poter intervenire per tempo ad un problema che causa grande sofferenza per l’uomo, la coppia e in particolar modo per il bambino, il cui bisogno è di essere ascoltato e accompagnato nella sua crescita.

 

Dott.ssa Elisa Franchi

Psicologa Psicoterapeuta

 

 

Articolo di riferimento:

Edward, K.-L., Castle, D., Mills, C. (2014), “An Integrative Review of Paternal Depression”, American Journal of Men’s Health, 9(1): 26-34.

https://doi.org/10.1177/1557988314526614

 

Bibliografia

  • Bowlby, J. (1989), Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento, Raffaello Cortina Editore.
  • Cassidy, J. (1994), “Emotion Regulation: Influences of Attachment Relationship”, Monograph of Society for Research in Child Development, 59(2-3), 228-49.
  • Lane, A., Keville, R., Morris, M., Kinsella, A., Turner, M., Barry, S. (1997), “Postnatal depression and elation among mothers and their partners: Prevalence and predictors”, British Journal of Psychiatry, 171, 550-555.
  • Milgrom, J.,Martin P.R., Negri, L.M. (2016), Depressione Postnatale, Ed. Erickson
  • Paulson, J., Dauber, S., Leiferman, J. A. (2006), “Individual and combined effects of postpartum depression in mothers and fathers on parenting behavior”, Pediatrics, 118, 659-668.
  • Ramchandani, P., Stein, A., Evans, J., O’Connor, T. G. (2005), “Paternal depression in the postnatal period and child development: A prospective population study”, Lancet, 365, 2201-2205.
  • Ramchandani, P., Psychogiou, L., Vlachos, H., Iles, J., Sethna, V., Netsi, E., Lodder, A. (2011), “Paternal depression: An examination of its links with father, child and family functioning in the postnatal period”, Depression and Anxiety, 28, 471-477.

 

 

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