La gelotofobia: cos’è e come inquadrarla

Citazione Consigliata: Enzo, C. (2017). La gelotofobia: cos’è e come inquadrarla [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2017/12/13/gelotofobia

La gelotofobia è definita come una paura intensa e irrazionale di essere derisi o di divenire oggetto di scherno. Il termine è stato infatti coniato ricalcando le diverse forme di fobie a partire dalla parola greca “gelos” (“riso”) e significando quindi letteralmente la “paura del riso/risata”.

I gelotofobici, ovvero coloro che sono affetti da gelotofobia, sperimentano il riso altrui come un atto aggressivo nei loro confronti, hanno cioè la credenza di essere realmente ridicoli e di venir derisi per una ragione effettiva. La gelotofobia sembra essere associata a differenti quadri diagnostici come l’ansia sociale, il disturbo evitante di personalità e lo spettro schizofrenico (Forabosco, Ruch & Nucera, 2009).

La gelotofobia è una condizione che può presentarsi a differenti livelli di gravità psicopatologica, in cui si trovano sia una generica tendenza alla paranoia che una pronunciata sensibilità alle offese con conseguente ritiro sociale. I gelotofobici soffrono a causa della bassa autostima, dell’insicurezza, dell’auto-biasimo e di altre emozioni negative inerenti la vergogna (Ruch, Harzer & Proyer,2013).

Analogamente all’ansia sociale, la gelotofobia è caratterizzata dalla paura del giudizio negativo, dell’umiliazione e dell’imbarazzo, con ritiro dalle situazioni sociali e presenza di sintomatologia ansiosa (Titze,2009). Per questa ragione è stato proposto di inquadrare tale forma fobica come un sottotipo di disturbo da ansia sociale, ma non tale ipotesi non è ancora stata testata con un campione clinico.

Generalmente questi soggetti non riescono a distinguere le situazioni in cui si scherza per gioco da quelle in cui lo scopo è schernire e ridicolizzare e per tale ragione essi sperimentano emozioni negative anche negli scherzi benevoli (Platt, 2008), reagendo di fronte all’ilarità con un atteggiamento difensivo, comportandosi in modo molto formale e ossequioso, evitando il contatto oculare, parlando con un tono di voce basso e mostrando una postura poco eretta (Titze, 1996). Di contro, alcuni autori hanno messo in luce il concetto di gerotofilia, ovvero la tendenza di alcuni soggetti a trarre piacere dall’essere derisi (Ruch & Proyer, 2009).

Nel modello eziopatogenico proposto da Ruch (2004), le cause della gelotofobia vengono fatte risalire fino all’infanzia. L’autore ipotizza infatti che il gelotofobico abbia vissuto ripetute esperienze traumatiche nelle prime fasi di vita, durante le quali è stato deriso e ridicolizzato dalle figure di attaccamento. Tuttavia tale modello si basa su osservazioni su casi singoli e ad oggi non è ancora stato verificato empiricamente.

In un recente studio è stata indagata per la prima volta la relazione tra gelotofobia, ansia sociale e disturbo evitante di personalità in un campione clinico composto da pazienti psichiatrici (Havranek et al., 2017). Dai risultati è emerso che i soggetti affetti sia da disturbo da ansia sociale che da disturbo evitante di personalità presentavano punteggi maggiori per la gelotogobia rispetto a quelli che soddisfacevano solo una delle due diagnosi. Inoltre tutti i soggetti che presentavano entrambe le diagnosi avevano gelotofobia concomitante.

Basandosi su questi risultati, gli autori suggeriscono di non considerare la gelotofobia come un sottotipo del disturbo da ansia sociale, ma bensì propongono di concettualizzarla come una fobia relativa a specifiche situazioni sociali o in cui è richiesta una performance.

In conclusione, i risultati di questo studio sembrerebbero evidenziare che la gelotofobia rappresenti un sintomo trascurato sia dell’ansia sociale che del disturbo evitante di personalità, per cui potrebbe essere utile considerarlo come un criterio diagnostico addizionale per entrambe le condizioni.

 

Dott.ssa Consuelo Enzo

Psicologa Psicoterapeuta

(Iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Toscana n°6691)

 

BIBLIOGRAFIA

Forabosco,G. Ruch, W. & Nucera,P. (2009).The fear of being laughed at among psychiatric patients.Humor – International Journal of Humor Research 22(1-2)

Havranek, M.M. et al. (2017).The fear of being laughed at as additional diagnostic criterion in social anxiety disorder and avoidant personality disorder?Public Library of Science,12 (11).

Platt, T. (2008).Emotional responses to ridicule and teasing: should gelotophobes react differently? Humor – International Journal of Humor Research 21 (2),105-12.

Ruch, W.(2004).Gelotophobia: a useful new concept?IPSR Spring 2004 Colloquium Series, Department of Psychology, University of California at Berkeley, USA.

Ruch, W., Harzer, C. & Proyer, R. T. (2013). Beyond being timid, witty, and cynical: Big Five personality characteristics of gelotophobes, gelotophiles, and katagelasticists. The Israeli Journal of Humor Research: An International Journal, 2, 2-20.

Ruch, W., & Proyer, R.T. (2009).Extending the study of gelotophobia:on gelotophiles and katagelasticist. Humor – International Journal of Humor Research 22(1-2),183-212.

Titze, M. (1996). The Pinocchio Complex: Overcoming the fear of laughter. Humor & Health Journal, 5, 1–11.

Titze, M. (2009). Gelotophobia: The fear of being laughed at. Humor: International Journal of Humor Research, 22, (1-2), 27-48.

 

 

No Comments

Post a Comment

2 × due =

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Ancora nessuna valutazione)
Loading...