Il codice lilla per i disturbi alimentari: un anno dopo

Citazione Consigliata: Reda, E. (2019). Il codice lilla per i disturbi alimentari: un anno dopo [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2019/12/15/codice-lilla

 

Il 24 luglio 2018, in occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna, il Ministero della Salute ha istituito ufficialmente il Codice Lilla, un iter ospedaliero pensato appositamente per accogliere e avviare a un percorso terapeutico mirato chiunque si presenti in Pronto Soccorso con un sospetto Disturbo Alimentare. Annunciato come una delle novità più importanti in tema di salute mentale, sarebbe importante capire, a più di un anno di distanza, se sono stati effettivamente stanziati fondi ministeriali per la formazione degli operatori del Pronto Soccorso nel territorio nazionale.
Data la grande disomogeneità di cura e trattamento, già a marzo 2018 erano stati redatti e diffusi dal Ministero della Salute alcuni documenti, fortemente sollecitati sia dalle associazioni dei familiari sia dagli operatori sanitari, caratterizzati da un taglio fortemente operativo, in modo da fornire strumenti pratici per la gestione delle persone affette da Disturbi Alimentari (DA).

Più nello specifico il documento “Interventi per l’accoglienza, il triage, la valutazione ed il trattamento del paziente con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” è rivolto agli operatori del Pronto Soccorso, i quali, solitamente poco formati sull’argomento, rischiano di gestire i casi di DA che arrivano in Pronto Soccorso spesso per le complicanze organiche tipiche della patologia, attraverso il buon senso e la razionalità, senza tuttavia aver mai acquisito competenze tecniche, relazionali ed educative appropriate

Un altro aspetto cruciale evidenziato nel documento riguarda l’invio da parte dell’ospedale ai centri di cura più appropriati, attraverso la segnalazione della mappa dei servizi e delle associazioni dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Lo scopo è evitare che la persona, a seconda della problematica presentata, venga esposta al rischio di interventi frammentari, che ne parcellizzino la storia personale, evolutiva e di disagio, ma ci sia invece una presa in carico complessa ed integrata che garantisca risposte tempestive, unitarie ed omogenee.

L’altro documento ministeriale (Raccomandazioni per i familiari) contiene una serie di informazioni e consigli pratici che hanno lo scopo di aiutare i familiari di pazienti affetti da DA ad imparare a riconoscere i primi segni e sintomi di queste patologie per comprenderne la natura e fornire un supporto, soprattutto per la gestione dei pasti.

A seguito della pubblicazione delle Linee Guida ministeriali, la vera novità consiste proprio nell’applicazione del Codice Lilla nei Pronto Soccorso italiani, ovvero un iter ospedaliero pensato appositamente per accogliere e avviare a un percorso terapeutico mirato per chiunque si presenti in Pronto Soccorso con un sospetto DA.

IN COSA CONSISTE IL CODICE LILLA?

Quando un paziente arriva in Pronto Soccorso, le sue condizioni vengono valutate innanzitutto dall’infermiere del triage che, in base alla gravità del caso, assegna un codice cromatico (dal bianco al rosso) che determina l’iter di accesso del paziente alle cure mediche. Con una specifica formazione e soprattutto un aggiornamento continuo in tema di Disturbi Alimentari, gli infermieri avrebbero la responsabilità di identificare preliminarmente i sintomi di un disturbo alimentare, sulla base di alcuni parametri clinici fondamentali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca e respiratoria, temperatura corporea, indice di massa corporea) e del racconto di parenti o accompagnatori. Spetterebbe poi al medico accertare la diagnosi e valutare se ricoverare il paziente o indirizzarlo nella più vicina struttura specializzata in disturbi del comportamento alimentare per intraprendere un programma terapeutico mirato

Per quanto gravi possano essere le condizioni di chi soffre di DA non tutti i pazienti di questo tipo necessitano di un ricovero immediato; non di rado infatti succede che i risultati delle analisi di routine sono nei limiti della norma e il peso non può essere considerato da solo come sintomo inequivocabile, perché anche persone normopeso possono essere avere un rapporto distorto col cibo. A meno che non vi sia un imminente pericolo di vita, questo tipo di pazienti dovrebbe essere indirizzato verso strutture specializzate per intraprendere un cammino terapeutico specifico, multidisciplinare, clinico e sia dal punto di vista psicologico che psichiatrico. A rendere più complicata la valutazione ci pensa la frequente ridotta consapevolezza di malattia da parte dei pazienti affetti da DA (patologie spesso egosintoniche), che comporta poca collaborazione da parte dei pazienti con il personale sanitario

Per questo motivo la chiave di volta del Codice Lilla consiste proprio nell’organizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento sugli aspetti clinici e terapeutici dei DA, in aggiunta ad una grande sensibilizzazione anche sugli aspetti relazionali e comunicativi che devono essere messi in campo dagli operatori sanitari.

Le equipe specializzate nella diagnosi, cura e trattamento dei Disturbi Alimentari sanno bene come avere una comunicazione empatica e assumere un atteggiamento non giudicante è fondamentale per costruire un rapporto di fiducia reciproca con i pazienti.
E’ fondamentale quindi che anche gli operatori sanitari degli ospedali italiani siano formati per farlo nella maniera più adeguata al caso.

 

CODICE LILLA: UN ANNO DOPO

Alcuni consigli regionali d’Italia hanno approvato una legge per l’attivazione effettiva del Codice Lilla negli ospedali di riferimento; tra marzo e luglio 2019 il Codice Lilla infatti risulta attivo all’interno del Policlinico Gemelli di Roma, della Città della Salute di Torino e dell’ospedale Gaslini di Genova. Queste strutture si sono adeguate alle disposizioni ministeriali in modo da garantire una corsia preferenziale ai pazienti affetti da DA ed evitare quindi il rischio di diagnosi tardive e/o di casi di cattiva gestione tra servizi territoriali specializzati nel trattamento dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

Non di rado succede infatti che il compito di segnalare casi affetti da DA è lasciato alle associazioni di familiari di persone affette da Disturbi Alimentari. E’ necessario però che queste associazioni, da sempre molto attive nel campo della prevenzione e della sensibilizzazione al tema dei Disturbi Alimentari, siano fortemente sostenute dalle strutture sanitarie pubbliche, in modo da migliorare la rete di collaborazione nel territorio intra ed extra regione.

Ci auguriamo pertanto che nel corso del tempo siano sempre più numerose nelle regioni italiane le strutture ospedaliere in cui risulta attivo il Codice Lilla, così da avviare una presa in carico integrata, tempestiva ed efficace per i pazienti affetti da Disturbo Alimentare.

 

Dott.ssa Emanuela Reda

Psicologa e Psicoterapeuta

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