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Report: Corso online “La terapia cognitivo-comportamentale dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità al tempo del Coronavirus”

Citazione Consigliata: Peccenini, L. (2020). “Report: Corso online La terapia cognitivo-comportamentale dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità al tempo del coronavirus” [Blog Post]. Retrieved from: https://www.tagesonlus.org/2020/05/21/report-corso-online-la-terapia-cognitivo-comportamentale-dei-disturbi-dellalimentazione-e-dellobesita-al-tempo-del-coronavirus

 

 

Report del corso online

 “LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’OBESITÀ AL TEMPO DEL CORONAVIRUS”

 

 

Il corso, che ha visto come relatori il dott. Riccardo Dalle Grave e la dott.ssa Simona Calugi, ha avuto lo scopo di illustrare quali sono gli accorgimenti e le modifiche al trattamento CBT per i disturbi dell’alimentazione (DA) e dell’obesità che si sono rivelati opportuni per la presa in carico in modalità online di nuove terapie o nel proseguimento di quelle già in atto.

 

Negli ultimi mesi molte cose sono cambiate nelle nostre vite, compreso il modo in cui svolgiamo i percorsi di psicoterapia, per i quali ora ci si avvale quasi esclusivamente di piattaforme di videoconferenza. Questa nuova modalità di conduzione dei colloqui ci permette di interrogarci su alcuni aspetti centrali del nostro lavoro, ad esempio in che modo le nuove condizioni di vita influiscono sugli aspetti sintomatologici e sui fattori che mantengono le condizioni cliniche dei pazienti che incontriamo? Inoltre, abbiamo la possibilità di capire se e come applicare i metodi e le tecniche che utilizziamo vis-à-vis anche in modalità online e su quali aspetti sia opportuno apportare alcune modifiche.

 

I risultati delle ricerche svolti negli ultimi anni, sebbene non definitivi, sono molto incoraggianti rispetto all’efficacia dei trattamenti online. Inoltre, è bene considerare che i colloqui a distanza possono rappresentare l’unica possibilità di cura accessibile per una data persona; è quindi doveroso renderli il più efficaci possibile.

 

In particolare, nel corso in oggetto, ci si è interrogati sull’applicazione della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) in setting online nelle sue due declinazioni: per i DA (CBT-E) e per il trattamento dell’obesità (CBT-OB). Questa riflessione ha condotto all’individuazione di alcuni cambiamenti nello stile di vita dei pazienti che possono declinarsi sotto forma di difficoltà o di vantaggio, a seconda dei casi specifici e della declinazione di queste manifestazioni sintomatologiche o condizioni cliniche all’interno di questa nuova quotidianità e modalità terapeutica. Sulla base di queste considerazioni, il clinico potrà adattare nel migliore dei modi tali trattamenti alla modalità online.

 

In che modo il contagio da Covid-19 influenza i Disturbi dell’Alimentazione e le persone in sovrappeso o obese?

 

  • Sintomi nucleari dei DA (eccessiva preoccupazione per il peso e per il corpo):nei Disturbi dell’Alimentazione l’autovalutazione di sè è circoscritta al proprio corpo, le sue forme e il peso. L’isolamento forzato rende più difficile per il paziente individuare e sperimentarsi in alcune nuove aree di valutazione di sé previste dal piano individualizzato del paziente in ottica CBT-E, soprattutto se questo prevede la scelta di ambiti di tipo relazionale, motivo per cui potrebbe acuirsi un’iperattenzione al corpo per la valutazione di sè. D’altro canto però la riduzione delle occasioni di confronto con gli altri dovuta all’isolamento può ridurre le preoccupazioni legate al peso, il corpo e le forme.In alcuni casi però è anche possibile che, per quelle persone che lamentavano una vita sociale molto ridotta prima della quarantena, l’intensificarsi dell’utilizzo dei social generalizzato abbia permesso un incremento delle occasioni di socializzazione.

 

  • Esercizio fisico eccessivo nei DA: in questo periodo le palestre, i centri sportivi e i parchi sono chiusi rendendo quasi impossibile permettere ai pazienti con problemi di iperattività fisica o strategie compensatorie di svolgere la consueta quantità di esercizio. Questo può rappresentare un vantaggio rispetto al processo di cura, ma va sempre monitorata la possibilità che il mancato esercizio fisico sia compensato da un’ulteriore restrizione dietetica. Inoltre, per alcuni pazienti l’esercizio rappresenta un importante strumento di regolazione emotiva, se impedito potrebbero manifestarsi altre strategie di coping disfunzionali sostitutive (ad esempio, abbuffate, cutting, abuso alcolico, ecc.).

 

  • Restrizione dietetica nei DA: se da un lato la quarantena rende più complicato reperire gli alimenti pianificati e gli integratori calorici e viene ostacolata la possibilità di mettere in discussione le personali regole dietetiche del paziente in contesti sociali (come andare a mangiare al ristorante, mangiare in presenza di altre persone, introdurre gli alimenti proibiti ecc..) e questo potrebbe portare ad un aumento delle emozioni negative (ansia, rabbia, ecc.), dall’altro lato può anche rappresentare un’occasione per rendersi più flessibili sul piano alimentare.

 

  • Abbuffate: sicuramente dover stare per la quasi totalità del tempo in casa è un elemento che grava molto su quei pazienti che vivono episodi di discontrollo alimentare. La vicinanza allo stimolo cibo, la necessità di fare grandi scorte, la riduzione della varietà di alimenti reperibili, l’aumento dello stress e la mancanza di strutturazione nella propria giornata sono tutti elementi che possono aumentare il rischio di incorrere nelle abbuffate. Tuttavia potrebbe risultare anche più difficile l’acquisto degli alimenti trigger, come ad esempio, il junk-food.

 

  • Sovrappeso e obesità: i pazienti che stanno seguendo un percorso mirato al trattamento di sovrappeso e obesità possono incontrare le stesse difficoltà o essere avvantaggiati dagli stessi elementi che abbiamo elencato precedentemente. Rispetto all’alimentazione potrebbero avere più difficoltà a reperire i cibi pianificati e vedersi disorganizzare la loro routine alimentare. La drastica riduzione delle occasione sociali rappresenta un aspetto di vantaggio perchè è facilitato il mantenimento della dieta stabilita e si riducono le occasioni di pasti non concordati. L’esercizio fisico, sebbene ostacolato dalla chiusura di palestre e parchi, potrebbe essere incentivato dal fatto che le persone tendenzialmente hanno meno impegni lavorativi e maggiore tempo libero per allenarsi in casa.

 

  • Immagine corporea: in isolamento è probabile assistere a un aumento della frequenza di comportamenti di controllo del corpo (body-check)come guardarsi allo specchio, misurarsi la circonferenza di varie parti del corpo, pesarsi, ecc… Inoltre, l’aumento di tempo trascorso sui social, e quindi il confronto con riferimenti “ideali”, potrebbe accentuare ulteriormente l’insoddisfazione per il proprio corpo. Per quanto riguarda le persone con problematiche di sovrappeso o obesità, spesso la decisione di intraprendere un percorso di cura dipende dal forte disagio provato per il proprio peso. La riduzione di occasioni di incontro con altre persone potrebbe ridurre la motivazione al dimagrimento e portare a una riduzione del controllo sull’alimentazione.Allo stesso tempo è stato osservato che la riduzione della pressione sociale potrebbe favorire l’accettazione di sé.

 

  • Comorbilità: le preoccupazioni per il Coronavirus e la riduzione del supporto terapeutico possono esacerbare il quadro sintomatologico generale e acuire la gravità della comorbilità con altri disturbi mentali, che a sua volta può interagire negativamente con la sintomatologia alimentare.

 

Come adattare la CBT-E e la CBT-OB al setting a distanza?

 

  • Dare al trattamento la priorità: per alcuni pazienti potrebbe essere difficile concentrarsi sui problemi alimentari in questa fase, in quanto potrebbero vivere il proprio problema come secondario rispetto alla situazione in cui si trovano coloro che stanno soffrendo a causa del Coronavirus, e di conseguenza sentirsi in colpa rispetto al dare rilevanza alla propria condizione clinica in questo momento. Risulta quindi fondamentale per il clinico ribadire che la problematica soggettiva non è mai di serie B e che quindi il trattamento sia considerato prioritario da parte del paziente. Va inoltre sottolineata l’importanza del lavoro da lui svolto anche al di fuori dell’orario della seduta.

 

  • Essere ingaggiatinel trattamentoprevede che si dialoghi apertamente su come i pazienti si sentono rispetto alle sedute online. E’ utile condividere con loro che siamo tutti d’accordo sul fatto che la modalità telematica non sia quella d’elezione, ma che è possibile superare insieme gli ostacoli che potrebbero presentarsi parlandone apertamente.

 

  • Sottolineare l’importanza dell’ambientein cui il paziente farà la seduta: un setting privato, in cui è possibile parlare mantenendo la privacy e senza interruzioni da parte di altri membri della famiglia.

 

  • In caso di alto rischio fisico(BMI < 16, perdita ponderale pari a 1 kg/settimana e/o frequente purging oppure BMI tra 35 e 39 con comorbilità/BMI > 40), nonostante le aumentate difficoltà di accesso alle cure di questo periodo, è necessaria la valutazione medica e potrebbe essere raccomandabile proporre un trattamento più intensivo.

 

  • Rendere l’agenda più flessibile: se il paziente desidera parlare di preoccupazioni relative al COVID-19 validare questo bisogno e limitarlo a momenti ben delimitati, in modo da mantenere il focus sul percorso di terapia e provando a correlare tali pensieri con lo svolgimento del percorso CBT.

 

  • Condividere le formulazioni: utilizzare con regolarità la funzione “condividi schermo” o “lavagna” a disposizione dei software di videoconferenza per condividere con il paziente diagrammi, schemi, grafico a torta dell’immagine corporea e automonitoraggi. Una volta che la formulazione è completa, è possibile scansionare l’immagine e inviarla al paziente tramite mail o WhatsApp.

 

  • Automonitoraggio(alimentazione e attività fisica): stabilire con i pazienti una modalità con la quale possano svolgere l’automonitoraggio (se hanno una stampante possono stampare il modello inviato dall’equipe terapeutica, altrimenti possono disegnare autonomamente il loro modello). Una volta compilato, l’automonitoraggio andrà scansionato o fotografato e rinviato al terapeuta via mail o WhatsApp.

 

  • Misurazione del peso: questo aspetto è sicuramente uno dei più delicati da affrontare, data la sensibilità del momento del peso. E’ importante chiedere al paziente di collaborare per mantenere il monitoraggio del peso, a tal fine sarebbe ideale che i pazienti disponessero di una bilancia ad ago. Si chiede al paziente di pesarsi durante la videochiamata e di comunicare o fare vedere direttamente al terapeuta il peso. Tenere conto dell’inevitabile variabilità tra la bilancia del terapeuta e quella del paziente e chiedere al paziente di lavorare sulla propria flessibilità rispetto a questa evenienza.

 

  • Alimentazione regolare: incoraggiare i pazienti dal passare il meno tempo possibile in cucina trovando insieme un elenco di attività alternative.

 

  • Coinvolgere gli altri significativi: pianificare insieme al paziente incontri con i familiari con i quali sta convivendo per cercare di creare un ambiente cooperante ed ottimale alla gestione della sintomatologia durante il periodo di quarantena.

 

  • Immagine corporea: implementare quelle attività che permettano di lavorare sulla propria immagine corporea individualmente e che mirino a contrastare l’evitamento del corpo, attraverso l’applicazione di lozioni o creme, automassaggi, yoga, ecc.

 

  • Valutare un utilizzo maggiore dei moduli “Eventi, emozioni e alimentazione” e “Difficoltà interpersonali” per fronteggiare gli effetti psicologici negativi dell’isolamento prolungato.

 

  • Pianificare sedute di revisione più frequenti: dopo 4, 12, 24 settimane.

 

Emerge dunque da questo interessante incontro che, con la dovuta attenzione agli aspetti peculiari di questa situazione sui singoli casi, apportando le modifiche suggerite, i trattamenti CBT per le problematiche alimentari siano applicabili anche ai setting online, sia con pazienti già in carico che per nuovi accessi.

 

 

Dott.ssa Ludovica Peccenini

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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