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Discalculia o difficoltà di calcolo?

Citazione Consigliata: Morrocchesi, A. (2022). “Discalculia o difficoltà di calcolo?” [Blog Post]. Retrieved from:  https://www.tagesonlus.org/2022/01/05/discalculia-o-difficolta-di-calcolo

La Discalculia Evolutiva è un disturbo relativamente poco frequente (1-3% della popolazione), tuttavia capita spesso di raccogliere resoconti o segnalazioni di studenti che presentano difficoltà in matematica. Pertanto risulta fondamentale compiere una valutazione accurata per distinguere queste situazioni da un disturbo nell’ambito del numero e del calcolo (Discalculia).

La Discalculia, da un punto di vista scientifico, possiamo definirla come un Disturbo Specifico dell’Apprendimento relativo alla cognizione numerica. In pratica, i bambini e i ragazzi manifestano difficoltà con i numeri e non riescono “a mettere a fuoco” strategie di combinazione di numeri e di calcolo.

Le ricerche scientifiche evidenziano che la Discalculia – intesa come disturbo con il quale nasciamo – è in realtà piuttosto rara, poiché implica una vera e propria “cecità” nei confronti del numero. È invece considerevole nelle aule scolastiche la presenza di bambini che fanno fatica con i numeri… proprio come se avessero un disturbo.

È esperienza comune infatti riscontrare durante il proprio percorso di studi delle difficoltà in matematica, e tali ostacoli possiamo ritrovarli anche nei nostri figli. Vi è una quota rilevante di bambini che fatica a rapportarsi con i numeri poiché – ad esempio – durante il loro percorso non è riuscita ad apprendere le strategie didattiche utili alla cognizione numerica.

Non siamo abituati a pensare in modo numerico, mentre invece dovremmo essere educati ad usare maggiormente l’intelligenza numerica. Infatti non giochiamo fin da piccoli con i numeri come facciamo invece con le parole ma, in base a quanto emerge dagli studi scientifici, sappiamo che proprio da quelle fasi – già da neonati – parte lo sviluppo dell’intelligenza numerica.

In ambito psicologico recenti studi hanno dimostrato che l’essere umano nasce predisposto all’ intelligenza numerica, e cioè la capacità di comprensione del mondo che ci circonda in termini di numeri e di quantità.

I neonati e i bambini di pochi mesi sono già in grado di percepire la numerosità di un insieme visivo di oggetti in modo immediato e senza bisogno di contare. Alla luce di ciò, è importante non lasciare la cognizione numerica al suo solo sviluppo spontaneo, ma utilizzare e mettere in atto strategie educative ed interventi specifici mirati e adatti a potenziarla.

Così come il proprio ambiente risulta fondamentale per favorire lo sviluppo del linguaggio, esso lo è anche per il mondo dei numeri e delle quantità. La più potente stimolazione possibile è proprio quella del genitore che, fin da quando è piccolo, può stimolare il bambino nelle attività e nelle routine quotidiane. Impariamo a guardare insieme ai nostri figli il mondo che ci circonda, fatto di numeri e quantità.

Nel favorire lo sviluppo dell’intelligenza numerica è fondamentale che genitori, gli educatori e gli insegnanti, abbiamo presente la differenza tra ciò che il bambino sa fare da solo e ciò che è in grado di fare con l’aiuto ed il supporto di una persona più competente: questo è ciò che intendiamo quando si parla di “zona di sviluppo prossimale”.

Lo studioso Lev Vygotskij parlava infatti di zona di sviluppo prossimale per indicare il differenziale fra ciò che un bambino sa fare da solo e ciò che sa fare se aiutato. Nelle attività svolte da insegnanti, genitori ed educatori pertanto dovrebbero essercene di adeguate per lo sviluppo del bambino; le finestre evolutive devono essere il punto di partenza, e non possiamo basarci esclusivamente sull’età del bambino altrimenti rischiamo di chiedergli cose che ancora non è pronto a fare.

Risulta quindi importante accompagnare i bambini fin da piccoli non solo nel mondo delle parole ma anche in quello dei numeri e delle quantità, grazie soprattutto all’aiuto dei genitori, attraverso attività quotidiane in cui i numeri e le quantità sono sempre presenti.

Per concludere dunque, quando i bambini e i ragazzi manifestano difficoltà nell’ambito del numero e del calcolo, al fine di porre un’eventuale diagnosi di discalculia è fondamentale affidarsi ad un professionista esperto che valuti la situazione nella sua complessità, prendendo in considerazione le prestazioni alle prove di calcolo (che dovrebbero risultare significativamente inferiori a quelle previste per età e scolarità), facendo un analisi accurata degli errori e valutando anche altre competenze quali la memoria, le abilità visuo-spaziali e gli aspetti di “ansia da prestazione”, spesso correlati alla matematica.

La diagnosi di discalculia può essere effettuata a partire dalla terza della suola primaria ma, se sono presenti dei segnali che destano attenzione anche prima, può essere utile un approfondimento per individuare eventuali fattori di rischio e indicatori di ritardo negli apprendimenti per quanto concerne l’area del numero e del calcolo al fine di mettere in atto interventi di potenziamento mirati.

 

Dott.ssa Azzurra Morrocchesi

Logopedista

Membro del Gruppo di lavoro “TAGES KIDS

 

 

 

 

Bibliografia

  • Daniela Lucangeli, Angela Iannitti, Marta Vettore: Lo sviluppo dell’intelligenza numerica -Carocci Editore.
  • Daniela Lucangeli, Adriana Molin, Silvana Poli: Intelligenza numerica nella prima infanzia 18-36 mesi -Erickson
  • Daniela Lucangeli, Adriana Molin, Silvana Poli: L’intelligenza numerica – Volume 1 Abilità cognitive e metacognitive nella costruzione della conoscenza numerica dai 3 ai 6 anni-Erickson
  • La discalculia evolutiva Daniela Lucangeli (Università di Padova) Patrizio Tressoldi (Università di Padova) PSICOLOGIA CLINICA DELLO SVILUPPO / a. V, n. 2, agosto 2001
  • Daniela Lucangeli. Cinque Lezioni Leggere sull’Emozione di Apprendere — Erickson
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